Sono passati già 4 anni dalla morte di Prince, artista eccezionale che ha lasciato una grande eredità nel mondo della musica. Stasera, 21 aprile 2020, andrà in onda anche un concerto in suo onore, registrato dal vivo lo scorso gennaio, due giorni dopo la 62/a edizione dei Grammy, prima quindi che la pandemia di Covid-19 costringesse allo stop tutti i concerti. L’evento, ‘Let’s Go Crazy: The GRAMMY Salute To Prince’, vedrà alcuni musicisti esibirsi sul palco e sarà trasmesso dal canale Cbs e sulla sua piattaforma in streaming.
Nel giorno del quarto anniversario della sua morte, ripercorriamo la carriera del grande Prince.
La stella di Minneapolis
Prince Rogers Nelson, meglio conosciuto con il solo pseudonimo di Prince, ci lasciava il 21 aprile 2016, all’età di 57 anni. Fu trovato morto in un ascensore della sua residenza vicino Minneapolis, sua città natale, a causa di un’overdose di un potente antidolorifico.
Prince è passato alla storia soprattutto per la sua poliedricità: non solo nella sua musica, che infatti, coinvolgeva tanti stili diversi, come il funk, il rock, il soul e il pop, ma anche come artista, dato che era allo stesso tempo, cantautore, arrangiatore, compositore, produttore, ballerino e attore.
Il suo primo album di debutto fu nel 1979, con il titolo For you, seguito poi dagli album Prince (1979), Dirty Mind (1980) e Controversy (1981). Tutte queste pubblicazioni sono accomunate dal suo marchio di fabbrica, un profondo funk grooves con testi provocatoriamente sessuali e molto espliciti o struggenti ballate cantate in falsetto.
Il primo passo di Prince verso la strada del successo avvenne nell’anno 1982 con l’album 1999, che lanciò numerose hits pop e dance floor nelle classifiche americane. Sarà poi il suo successivo album Purple Rain (1984) registrato con la band Prince and the Revolution a consacrare la sua fama. L’album fu anche colonna sonora dell’omonimo film, che vinse l’Oscar per Miglior Colonna Sonora con canzoni originali. Solo negli Stati Uniti il film guadagnò più di 80 milioni di dollari e fu il più grande successo cinematografico di Prince. L’industria discografica statunitense ha eletto Purple Rain miglior album pop dell’anno, When Doves Cry miglior singolo; l’industria inglese ha dichiarato Prince miglior artista dell’anno e Purple Rain la migliore colonna sonora. Altri film da lui composti e interpretati non ebbero lo stesso successo del primo, anzi, alcuni furono dei veri e propri fiaschi.
La carriera di Prince prosegue per tutti gli anni ’90 e 2000, arrivando a produrre circa altri trenta album in studio, che però non furono mai in grado di eguagliare il successo di prima. Pian piano cominciò ad avere problemi con le case discografiche, accusate di voler esercitare un eccessivo controllo sulla sua musica e cambiò, pertanto, nome d’arte diverse volte.
Nel 2004 apre i Grammy Awards con Beyoncé e la loro esibizione è stata ritenuta una delle migliori performance nella storia dei Grammys. Nello stesso anno Prince viene inserito nella Rock & Roll Hall of Fame. Nel 2007 Prince cantò a Miami, in Florida, durante l’intervallo del 41esimo Super Bowl, dove produsse un medley di hits famose, tra cui “Baby I’m a Star,” “Let’s Go Crazy,” Creedence Clearwater Revival’s “Proud Mary” and Foo Fighters’ “Best of You.”
Nel 2008 al Coachella, Prince eseguì una strepitosa cover di Creep dei Radiohead, esibizione che venne tolta da YouTube ma, in seguito, rimessa perché ritenuta estremamente bella. Ascoltiamola qua:
Il Washington Post ha scritto che Prince «È stato uno showman camaleontico e appariscente, che non ha mai smesso di rinnovarsi. Prince è stata una delle superstar più enigmatiche del mondo della musica: ha celebrato un edonismo sfrontato, ha cantato di cuori spezzati e desideri spirituali ed ha avuto una personalità misteriosa, che sfuggiva le facili definizioni»
Anche il New York Times ha però fatto riferimento alla capacità di Prince di evitare i confini di un solo genere, scrivendo che «è stato un artista che ha spesso sfidato le pratiche più tradizionali del mondo della musica». Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha detto, parlando di Prince, che «pochi artisti hanno saputo influenzare il sound e l’evoluzione della musica in modo più evidente».
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