Secondo quanto raccontato da Brian May in un episodio della serie su YouTube The Greatest Live, all’inizio ai Queen non piaceva quando il pubblico cantava le loro canzoni durante i concerti. Parliamo del periodo dei primi quattro album dei Queen (Queen, Queen II, Sheer Heart Attack e A Night at the Opera) in cui la band sperimentava suoni, arrangiamenti e strutture musicali sempre più raffinate: «Pensavamo: ragazzi, abbiamo lavorato tantissimo su queste canzoni, perché non le ascoltate? Ma erano inarrestabili». Nella prima metà degli anni ’70 questo tipo di partecipazione e vicinanza con la band era ancora una novità, soprattutto in Inghilterra: «Sono andato ad un concerto dei Led Zeppelin e non ricordo il pubblico che cantava le parole di Communication Breakdown» ha detto Brian May, «Invece una sera ad un nostro concerto hanno cantato ogni singola strofa delle nostre canzoni. Ci sono rimasto male, ci infastidiva, e pensavo: perché non ascoltano e muovono la testa come fanno con i Led Zeppelin?».
Dopo quella sera alla Bingley Hall di Stafford, tutto cambia: «Freddie era esaltato dall’energia che arrivava dal pubblico, ci siamo guardati e ci siamo detti: forse dovremmo incoraggiarli a cantare ancora di più e vedere cosa succede. E così abbiamo iniziato a sperimentare e siamo arrivati a We Will Rock You».
La canzone infatti è uno degli inni più famosi nella storia del rock, un brano che nella tracklist dell’album News of the World è la prosecuzione naturale di We Are The Champions, scritta da Freddie Mercury. Due brani che escono come singolo il 7 ottobre 1977, diventano una hit in tutto il mondo, vengono inseriti nella Grammy Hall of Fame e vengono suonati da allora in tutti gli eventi sportivi.
(fonte: Virginradio.it)
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