A due anni dalla sua morte e a pochi giorni dal suo compleanno – il 18 giugno avrebbe compiuto 80 anni -, continuano ad emergere aspetti inediti della mitologica Raffaella Carrà. A svelare un clamoroso dettaglio è Luciano Regolo che su “Famiglia Cristiana” racconta:
“C’era un altro amore che Raffaella coltivava in silenzio: poveri e dimenticati verso i quali non si limitava agli aiuti in denaro. Andava, nel più totale anonimato, a servire alle mense per gli indigenti, voleva conoscerne le storie, guardarli negli occhi, donare sorrisi e speranze”.
Oltre all’icona di trasgressione, c’era ben di più. Una donna di carità e anche di fede, molto legata in particolare alla figura di Padre Pio, come racconta Fra Stefano Campanella:
“Nel 2002, Raffaella Carrà condusse su Rai1 la serata dedicata alla canonizzazione del religioso di Pietrelcina e da qual momento continuò a frequentare, da semplice pellegrina, la città garganica”.
Fino a quando la malattia fece irruzione nella sua vita e, un giorno, uno dei frati ricevette una drammatica telefonata da parte di Sergio Japino:
“Raffaella sta molto male, non ha neppure la forza di alzarsi dal letto echiede se puoi venire a celebrare la Messa a casa sua. Ma l’evoluzione del tumore polmonare fu più veloce. Spegnendosi, però, la showgirl riuscì a esprimere il desiderio che le sue ceneri, prima della tumulazione, fossero portate a San Giovanni Rotondo”.
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