“Civiltà perduta” è il nuovo biopic scritto e diretto da James Grey (C’era una volta a New York, Two Lovers) incentrato sulla storia del leggendario esploratore britannico Percy Fawcett, vissuto agli inizi del Novecento.
Fawcett (Charlie Hunnam) è un padre di famiglia e un militare a servizio della sua nazione, costretto ad affrontare una carriera tutta in salita e con scarse possibilità di avanzare di grado a causa della brutta fama da alcolista di suo padre. Decide di accettare, dunque, la missione offertagli dalla British Geographical Society di recarsi ai confini tra Brasile e Bolivia, per inoltrarsi nella impervia giungla amazzonica e mappare un territorio sino a quel momento inesplorato e privo di definizioni cartografiche.
Dopo una prima, riuscita spedizione, Fawcett ritorna in patria acclamato e lodato da tutti, ma con un unico pallino nella testa: riuscire trovare una civiltà perduta (in inglese the lost city of Z), di cui è convinto di aver trovato significative tracce. La ricerca diventa un sogno ossessivo, a cui Percy è costretto a mettere freno allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, che lo chiama ad adempiere ai suoi compiti di soldato. La sua passione e la sete di avventura vengono tramandati al figlio maggiore Jack (Tom Holland), il quale incita e convince il padre a partire con lui alla volta dell’Amazzonia e compiere il destino per il quale è nato: trovare questa civiltà perduta.
Racconto epico di coraggio e passione, con un messaggio ben preciso: andare sempre oltre ciò che è raggiungibile. Il personaggio di Percy Fawcett risulta essere un eroe a tutti gli effetti, il quale non rinuncia ai valori dell’allora società vittoriana, ma allo stesso tempo vi si oppone con il suo implacabile bisogno di scoperta e avventura, ma soprattutto con un’apertura mentale che sfida le più alte classi sociali, come si evince dal suo tentativo di instaurare un rapporto civile con gli indigeni, ritenuti fino ad allora, solo mostruosi cannibali.
Charlie Hunnam fa un buon lavoro nel creare un personaggio abbastanza carismatico e credibile, diviso da numerose lotte interne dovute ai suoi molteplici ruoli: esploratore, soldato e padre. Bello, a proposito dell’ultimo ruolo, il suo rapporto con il figlio maggiore interpretato da Tom Holland, che condensa l’ultima parte del film verso un climax ascendente. Apprezzabili anche Robert Pattinson e Sienna Miller, con personaggi che fanno da spalla e che apportano comunque qualità.
Qualche taglio qua e là a ridurre un po’ di minutaggio e le missioni nella giungla rese con un po’ più di avventura, adrenalina e senso del mistero avrebbero aiutato senz’altro a far scorrere di più la prima parte, anche fornendo degli indizi evidenti e tracce più tangibili dell’esistenza della civiltà nascosta.
Tolto ciò, bella storia e bel film. Ci piace.
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