Partiamo dall’ormai lontano 2008: Aldo, Giovanni e Giacomo prendono la prima buca con “Il Cosmo Sul Comò”: si sente la differenza con le commedie precedenti. È curato quanto uno spot pubblicitario.

Nel 2012 esce “La Banda Dei Babbi Natale”: meglio, siamo in ripresa. Due anni fa esce “Il Ricco, Il Povero E Il Maggiordomo”, si riscende di nuovo. Siamo nelle mani del signore. Secondo questi dati quindi, non c’è stato un solo passo falso, ma si è entrati in un vortice casuale. Dipende dal regista, dal produttore, dal trio, dalla storia…come è andata questa volta? Male, anzi malissimo.

Il film inizia anche in modo intrigante, con Ficarra e Picone nel ruolo dei figli di Aldo, che lo accompagnano in questo luna park abbandonato, diventato ospizio. Dopo 10 minuti finisce l’interesse e comincia la sterilità. Aldo incontra Giovanni, e l’incontro fra i due è statico, non divertente e anche troppo lungo. Certo, li vedi insieme, quasi vuoi ridere a posta, ma se lo fai è solo, appunto, per “inerzia” e non per il reale contenuto della scena. Conosciamo Giacomo, e ci sono gli stessi difetti con un personaggio in più. Infine ci viene presentata la direttrice del luna park, interpretata da Silvana Fallisi (la musa del trio nella seconda parte di carriera), che interpreta un personaggio sopra le righe, a tratti fastidioso. Dopo una trentina di minuti buoni cominciano ad apparire vecchi personaggi inventati dai tre, che partono a ruota libera. Più o meno il racconto del film finisce qui, niente di più. A fine film, soltanto a visione completa del quadro, capisci l’intendo del trio: non si doveva fare una commedia vecchio stile o un film più comico come i recenti ma bensì un omaggio alla loro carriera sfruttando il teatro dell’assurdo. Loro, come dimostrano teatro e tv, sono in effetti figli del surreale, quindi non ci sarebbe nulla di male, ma anche se trovi la Ferrari ed il pilota, devi mettere la benzina.

In poche parole, il film comunque, anche considerando questo nuovo fronte che si è voluto navigare, non fa ridere. Non c’è la risata genuina, magari anche un po sporchetta come hanno sempre fatto: troviamo gag posticcie, riempite di suoni per cercare di aumentare il momento comico, cinema slapstick poco curato e a tratti abusato. L’arrivo dei personaggi vecchi, non si amalgama bene con la trama, sembrano buttati li. Comunque non funzionano, sia per le battute e sia perché sono effettivamente troppo vecchi per alcuni personaggi (Il “Dj” di Giovanni o “Rolando” di Aldo). Solo una scena carica di amarcord del trio funziona perché piazzata con testa. Tutto il resto è noia come diceva qualcuno.

 

Per chiudere, “Fuga Da Reuma Park” è un colpo al cuore per chi ama il trio. Qualcuno forse può trovare qualche risata, ma è più per l’amore che si prova per loro che la gag effettiva.

Apprezzata e ben accolta l’idea di questo mondo surreale, il mondo di Aldo Giovanni e Giacomo in fondo, ma comunque non basta a salvare un film con personaggi nulli, trama inesistente, e comicità forzata e ripetitiva. Il colpo più basso del film è mettere per due volte spezzoni di teatro, recente, fatto da loro: cioè, il film si ferma e con una trovata abbastanza forzata ci piazzano 10 minuti di teatro. Se si ride in questo film, è più per i ricordi, e la  malinconia che suscita.

Aldo, Giovanni, Giacomo, vi prego, vi prego, vi prego: sforzatevi, prendetevi tre anni, quattro se serve, fate una bella commedia che si avvicina alle opere iniziali e chiudete la carriera cinematografia in bellezza. Fatelo per noi ma soprattutto per voi.

Recensione di Massimo Bulgarelli