Tratto dal romanzo “La ragazza del KGB”, arriva nelle sale italiane a partire dal 9 maggio l’adattamento cinematografico Red Joan. La pellicola è basata sulla vera storia di Melita Norwood, la spia inglese di più lungo servizio nel KGB (il servizio segreto e polizia segreta dell’Unione Sovietica) scoperta solo nel 1999, ma mai condannata a processo data la sua veneranda età.
Ad interpretare la Joan anziana troviamo il premio Oscar Judi Dench, mentre Sophie Cookson ne veste i panni nella versione giovanile.
Trama
Nel 2000 la tranquilla vita di pensionata di Joan Stanley viene bruscamente sconvolta dall’MI5 che la arresta con l’accusa di spionaggio e alto tradimento ai danni della Corona: avrebbe consegnato segreti militari all’Unione Sovietica durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel serrato interrogatorio che segue l’arresto emergerà, dopo oltre 40 anni, la vera identità dell’ “Agente Lotto”, ma soprattutto, le ragioni che la mossero a tradire.
Cambridge 1938. Joan, studentessa di fisica, si innamora dell’affascinante Leo Galich, giovane comunista, che le farà vedere il mondo sotto una nuova luce. Assunta poco dopo in una struttura di ricerca nucleare top secret, durante la Seconda Guerra Mondiale, Joan si rende conto che la distruzione totale sta divenendo pericolosamente attuale. Quale prezzo pagheresti per la pace? Joan deve scegliere se tradire il proprio paese ed i propri affetti oppure salvarli.
Judi Dench (non) protagonista
Se pensate di essere attratti da questa pellicola perché leggete il nome di Judi Dench nei panni della protagonista, vi dico subito che la cosa è fuorviante. Il celebre volto inconfondibile dallo sguardo glaciale della Dench non è affatto al centro del film. Come capiamo inizialmente dopo qualche minuto, il racconto della storia è sdoppiato su due linee temporali: presente (anno 2000) e passato (anni della Seconda Guerra Mondiale). Come normale che sia, la parte dedicata al passato è largamente più estesa, dovendo spiegare con minuzia tutti gli eventi che hanno portato Joan “la Rossa” a fare quello che fa. Ahinoi, dunque, poco minutaggio per apprezzare le doti della Dench.
Segreti di stato nella Seconda Guerra mondiale
Ecco quindi che seguiamo le vicende della giovanissima Joan che muove i primi passi come promettente studentessa di fisica a Cambridge. In poco tempo avverrà l’incontro fatale con la misteriosa e affascinante Sonya e il suo irresistibile cugino Leo: sono ebrei comunisti sfuggiti alla Russia dei pogrom, e in seguito alla Germania nazista dove si erano inizialmente rifugiati. Iniziata una relazione con Leo, Joan si ritrova poi reclutata per un progetto segreto guidato dal professor Max Davies, dove serviranno le sue conoscenze sulla fisica. Nel pieno del secondo conflitto mondiale, Joan si trova a riflettere su questioni imponderabili, come i rapporti di potere tra stati e su possibili soluzioni di equilibrio geopolitico.
La pellicola è un mix tra una spy story e un dramma di passione sentimentale. Il risultato finale non è proprio bilanciato benissimo, alcune scene risultano di troppo e i sentimenti appaiono molto pilotati e scontati. Tuttavia ci sono amore, segreti di stato, rischi imprevedibili e dilemmi etici a renderlo in ogni caso un film lontano dall’essere inerte e comunque godibile.
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