Negli anni Sessanta-Settanta il filone dei Lacrima-movie spopolava come non mai, facendo consumare a intere generazioni tonnellate di fazzoletti nel seguire le tragiche storie di giovani protagonisti sfortunati. Incompreso di Comenicini fece da apripista, al quale ne seguirono numerosi, da Cuore, a L’ultima neve di primavera, Il venditore di palloncini, L’albero dalle foglie rosa e tanti altri. Tra gli attori bambini che più di ogni altro seppe incarnare il ruolo tragico di piccola vittima innocente, c’è Renato Cestiè, che infatti è apparso in praticamente tutti i film di questo genere. Andiamo a scoprire com’è proseguita la sua carriera, iniziata da piccolissimo, e cosa fa oggi.
La carriera
Renato Cestè comincia la sua carriera come attore a soli 8 anni, debuttando al cinema con il film thriller/horror Reazione a catena (1971) di Mario Bava, a cui segue un’altra pellicola dello stesso genere: Il diavolo nel cervello di Sergio Sollima (1972). Nello stesso anno recita in fotoromanzi e in film come il western comico di successo Si può fare… amigo (1972) di Maurizio Lucidi, con Bud Spencer e Jack Palance.
Il suo volto è ricordato però soprattutto per i ruoli di piccolo sfortunato protagonista di varie pellicole drammatiche, come vi dicevamo in apertura, di gran successo in quegli anni: Cuore (1973) di Romano Scavolini dove interpreta il tamburino sardo, L’ultima neve di primavera (dov’è malato di leucemia), L’albero dalle foglie rosa (1974) di Armando Nannuzzi (dove viene investito da un’auto…), Il venditore di palloncini (1974) di Mario Gariazzo (dov’è malato di anemia mortale) e Bianchi cavalli d’agosto (1975) di Raimondo Del Balzo.
I ragazzi della 3ª C
Sul finire degli anni Settanta e inizio Ottanta seguì un periodo scarsamente produttivo, ma alla fine degli anni ottanta tornò alla ribalta interpretando per tre stagioni il ruolo di Massimo Conti nella popolare serie televisiva di Italia 1 I ragazzi della 3ª C (1987-1989). Massimo era il belloccio e sportivo del gruppo, con la passione per la palestra e innamoratissimo di Sharon Zampetti.
L’abbandono delle scene
Verso la metà degli anni novanta abbandonò definitivamente il mondo dello spettacolo per dedicarsi alla gestione di una palestra di Roma. Il 23 marzo 2014 ha partecipato come concorrente a una puntata domenicale del quiz televisivo di Canale 5 Avanti un altro! condotto da Paolo Bonolis.
«Con il passare degli anni mi rendevo conto che il successo raggiunto mi stava sfuggendo di mano» ha raccontato in una vecchia intervista. «Soprattutto cominciavo a capire che il mondo del cinema e quello della televisione stavano cambiando. E io ero fuori moda: non ero bravo a fare pubbliche relazioni, non amavo le serate mondane e, con il mio carattere diretto e sincero, non sapevo. Accattivarmi le simpatie di registi e produttori. Non facevo gruppo, insomma, e, mi perdoni il termine, non ero ruffiano, non supplicavo. Le uniche cose che mettevo a disposizione del cinema erano il mio nome e la mia capacità di recitare. Ma, evidentemente, non bastavano più».
Renato Cestiè oggi
Oggi ha 58 anni, è divorziato e con un figlio. In una vecchia intervista, si è detto contento e soddisfatto della vita che conduce, anche se l’amore per la recitazione non l’ha mai abbandonato: “Insomma, sono stato uno stupido a dire basta per orgoglio. Ma poi quando vedo in TV quegli attori o quei presentatori che a 60 anni si ostinano a restare aggrappati a un successo marginale, magari accettando piccoli ruoli al cinema o conducendo programmi in qualche emittente locale, mi dico che forse ho fatto bene io a mollare in tempo, a puntare tutto sulla palestra”.
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