Renato Pozzetto è stato intervistato da Il Giornale in merito alla protesta degli studenti per il caro affitti di Milano. L’attore è «dalla parte degli studenti che protestano per il caro affitti».
«Ho fatto le elementari appena finita la guerra, poi le medie e l’istituto per geometri. Il problema era avere i soldi del tram. Mio padre non mi comprava l’abbonamento perché aveva paura che me ne sarei andato per i fatti miei in giro per il centro. Così mi accompagnava a scuola. Da bambino ero già appassionato di motori, ma non potevo ovviamente averne. Perciò avevo imparato a riconoscere tutti i motori che giravano per il paese. Era l’epoca in cui mi facevo il monopattino con le assi trovate e giravo con la bici senza copertoni. Solo dopo un po’ di tempo mio papà me li ha comprati».
Insomma, ha fatto sacrifici.
«Mio papà era impiegato di banca e doveva mantenere anche gli studi di quattro figli. Mio fratello per andare all’Università, lavorava di giorno e studiava alla sera e di notte. Ho imparato così a non desiderare cose che non potevo avere. Sa qual è la differenza principale tra i ragazzi di allora e quelli di oggi?. Noi eravamo allenati alla povertà, oggi non è più così per fortuna. Ma bisogna evitare anche un altro rischio.Non si può dire cose del tipo io non avevo una lira e quindi voi non potete avere il cellulare o tutto ciò che oggi fa parte della vita quotidiana. Certo, nella vita ci vuole fortuna, ma bisogna anche sapersi adattare».
FONTE IL GIORNALE
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