Qualche mese fa su Corriere.it uscì un articolo che parlava della vita di Renzo Montagnani, interprete di molti film (Amici Miei) e di molte commedie sexy anni Settanta che subì critiche feroci. Come detto in precedenza c’era una verità nascosta, nella vita e nelle scelte lavorative dell’attore. Lui faceva quei film, che rispettava ma non amava, soprattutto per ragioni economiche. Doveva pagare le spese di cura per suo figlio malato.
(Clicca qui per leggere Renzo Montagnani: la tragedia privata)
Nello stesso articolo è stata intervistata anche Edwige Fenech, storica interprete di molti film anni 70-80, che ha ricordato il suo collega:
«Lui ha sofferto per non aver fatto una carriera diversa, pensava di meritare di più. Diciamoci la verità: gli davano soddisfazione i ruoli più colti» mi dice Edwige Fenech, compagna di tante pellicole e donna di grande sensibilità e intelligenza. «Gli volevo molto bene, era un uomo di estrema sensibilità. Era capace di piangere o di commuoversi per i gesti di affetto nei suoi confronti. Voleva molto bene a mio figlio, che allora era piccolo. Lo trattava da grande, come fosse un suo amico. Renzo aveva un fondo di tristezza. Amava enormemente Daniele. Mi parlò della situazione di suo figlio, ma lo faceva poco, con grande sofferenza e facendo forza alla sua discrezione. Sentivo che per lui era una cosa terribile. Era un padre pieno di amore e di dolore. Renzo era un orso buono. E nonostante il suo fardello di dolore, con lui non si smetteva di ridere mai».
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