Richard Jewell è un film di genere drammatico del 2020 diretto da Clint Eastwood con Sam Rockwell e Kathy Bates. Durata: 129 min. Distribuito in Italia da Warner Bros. Paese di produzione: USA.

TRAMA

Diretto da Clint Eastwood e basato su fatti realmente accaduti, “Richard Jewell” è la storia di ciò che può accadere quando quel che viene riportato oscura la verità.

“C’è una bomba al Centennial Park. Avete solo trenta minuti di tempo”. Il mondo viene così a conoscenza di Richard Jewell, una guardia di sicurezza che riferisce di aver trovato il dispositivo dell’attentato dinamitardo di Atlanta del 1996. Il suo tempestivo intervento salva numerose vite, rendendolo un eroe. Ma in pochi giorni, l’aspirante alle forze dell’ordine diventa il sospettato numero uno dell’FBI, diffamato sia dalla stampa che dalla popolazione, assistendo al crollo della sua vita. Rivoltosi all’avvocato indipendente e contro il sistema Watson Bryant, Jewell professa con fermezza la sua innocenza. Ma Bryant scopre di doversi scontrare con i poteri combinati dell’FBI, del GBI e dell’APD per scagionare il suo cliente, e tenta di impedire a Richard di fidarsi delle stesse persone che cercano di distruggerlo.

Il film è interpretato dai premi Oscar Sam Rockwell (“Tre manifesti a Ebbing, Missouri”) nei panni di Watson Bryant, e Kathy Bates (“Misery non deve morire”, “American Horror Story” in TV) in quelli di Bobi, la madre di Richard; mentre Jon Hamm (“Baby Driver – Il genio della fuga”) è l’investigatore capo dell’FBI; Olivia Wilde (“La vita in un attimo”) ritrae Kathy Scruggs la giornalista dell’ Atlanta Journal-Constitution, e Paul Walter Hauser (“Tonya”) interpreta Richard Jewell.

Il premio Oscar Eastwood ha diretto il film da una sceneggiatura del candidato all’Oscar Billy Ray (“Captain Phillips – Attacco in mare aperto”), basata sull’articolo di Vanity Fair “American Nightmare — The Ballad of Richard Jewell” di Marie Brenner. Eastwood ha anche prodotto il film con la sua Malpaso, insieme a Tim Moore, Jessica Meier, Kevin Misher, Leonardo DiCaprio, Jennifer Davisson e Jonah Hill.

Il team creativo di Eastwood comprende il direttore della fotografia Yves Bélanger e lo scenografo Kevin Ishioka, insieme alla sua consueta costumista Deborah Hopper e al montatore premio Oscar Joel Cox (“Gli spietati”), che nel corso degli anni ha collaborato con Eastwood su numerosi progetti. Musiche di Arturo Sandoval, lo stesso compositore di “Il corriere – The Mule” del 2018.

RECENSIONE

“Richard Jewell” non appartiene al genere di personaggi di Clint Eastwood iniziati con “Sully” e “American Sniper”, qui siamo in presenza di un uomo che vive la sua vita in circostanze difficili. Come in “15:17 attacco al treno” e “Il corriere”, il regista è interessato a esplorare ciò che accade a un uomo normale messo sotto pressione e, senza ombra di dubbio, è uno dei suoi film più politici. Questo è un ritratto psicologico sulla vulnerabilità del singolo cittadino di fronte al potere statale e sul destino di un privato minacciato dall’accanimento dei mass media. 

La prima scena di Jewell avviene circa 10 anni prima dell’attentato, in un ufficio locale della Small Business Administration, spingendo un carrello pieno di forniture per ufficio. È lì che incontra Watson Bryant (Sam Rockwell), un avvocato irascibile che diventerà il suo miglior amico in seguito. Jewell è educato, laborioso e incline ad atti di generosità sorprendenti e non richiesti. Tiene il cassetto della scrivania di Bryant rifornito di barrette Snickers. Al Centennial Olympic Park nel 1996, distribuisce bibite analcoliche a colleghi, agenti di polizia e altre persone assetate.

Potrebbe esserci qualcosa di strano in lui. Eastwood, Ray e Hauser (che è a dir poco geniale) invitano il pubblico a giudicare Jewell come faranno i suoi aguzzini: sulla base di pregiudizi della nostra società. È in sovrappeso. Vive con sua madre, Bobi (Kathy Bates). Ha l’abitudine di prendere le cose troppo sul serio – come il suo lavoro di poliziotto in un piccolo college – e di provare un po ‘troppo a inserirsi. Tratta i membri del dipartimento di polizia di Atlanta e dell’FBI come i suoi colleghi professionisti senza realmente esserlo. La sua classica frase è “Anch’io sono una forze dell’ordine”, che dice agli agenti che lo stanno indagando come un potenziale terrorista, con una serietà sia comica che patetica.

In altri film un personaggio del genere sarebbe relegato in un ruolo da spalla. Eastwood, invece, prende la decisione radicale di rispettarlo così com’è, e di mostrare con facilità sia i suoi difetti quotidiani che la sua onestà sfruttata dai predatori che vogliano cambiare in demone il suo stato di angelo-eroe.

I principali protagonisti sono Tom Shaw, un uomo dell’FBI dalla faccia di pietra interpretato da Jon Hamm e Kathy Scruggs, una giornalista dell’Atlanta Journal-Constitution scaltra. È la sua voglia di scoop che scatena il caos nei giornali e nelle radio rovinando la vita del protagonista, incluso un momento doloroso in cui Bobi vede il suo amato Tom Brokaw dire cose terribili su suo figlio.

Scruggs, interpretata da Olivia Wilde, era una persona reale (è morta nel 2001). Tom Shaw non lo era – gli agenti dell’FBI sono stati ribattezzati nel film – e la scena dove la Scruggs ha fatto sesso con lui in cambio di informazioni non sembra avere fondamenti nella realtà. L’Atlanta Journal-Constitution ha minacciato azioni legali contro la Warner Bros. per il modo in cui i suoi giornalisti, Scruggs in particolare, sono ritratti nel film, e lo studio ha respinto ogni accusa. 

La trama scorre veloce e ogni singolo spettatore viene immerso nel dramma di Jewell. Il film è un rimprovero all’arroganza istituzionale e un inno alla difesa della dignità individuale. Lo stato viene dipinto goffo nel puntare il dito e i mass media non sono altro che degli squali in cerca di soldi senza curarsi delle vittime. Il film non è perfetto ma entra dentro l’animo di ognuno di noi nel mostrare un uomo comune, come una guardia giurata, salvare vite umane ed essere messo nel centro del mirino per la sua debolezza. Eastwood tesse le lodi a questo grande eroe dimenticato dalla società e trasmette quel senso di angoscia in ogni istante dell’indagine, ma anche molta commozione in ogni scena come un abbraccio.