Robbie Williams è stato intervistato dal Corriere in occasione dei 25 anni di carriera solista. L’occasione è stata buona per raccontare alcuni aneddoti sul passato e i progetti futuri.
Si è mai sentito perso in questi 25 anni?
«Mi sono sentito perso per la maggior parte del tempo e i miei pensieri sono stati perlopiù “tutto questo è troppo opprimente. Perché mi sento così? Come faccio a smettere? Dove mi trovo? Madre aiutami”. Direi che mi sono sentito così per 20 di questi 25 anni».
E come se ne viene fuori?
«Non c’è un modo, quindi ho imparato a conviverci. Il problema principale è stato ritrovarsi ad avere una malattia mentale all’interno di un’industria come quella musicale che a sua volta ti provoca problemi mentali (ride). Se avessi fatto il falegname, avrei comunque avuto problemi mentali, ma probabilmente quel settore non è così intenso come passare la vita sotto i riflettori».
Ha un ricordo indelebile degli inizi?
«Il miglior ricordo è il momento in cui ho scoperto che avrei fatto parte dei Take That e mi sono detto “oddio diventerò famoso”. Non c’è mai più stato un momento in cui mi sia sentito meglio. Poi sono diventato famoso ed è stato una grande m… perché il pensiero di essere famosi è molto più liberatorio, affascinante e inebriante dell’esserlo in sé».
FONTE CORRIERE
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