Nella sua docuserie su Netflix Robbie Williams ripercorre tutta la sua carriera con i Take That, dall’ingresso nella band all’addio. Ci entrò nel 1990, quando aveva sedici anni. Fu la madre a leggere un annuncio pubblicitario in cui si cercavano membri per una nuova boy band e gli suggerì di provare a entrare nel gruppo. Insieme trascorsero cinque anni, durante i quali divennero la band inglese più di successo di quegli anni.
Mentre il gruppo godeva il suo periodo di massimo successo, però i rapporti tra Williams e il resto della band si incrinarono definitivamente nell’estate del 1995. Williams era insoddisfatto per il costante rifiuto delle sue idee e per la leadership di Barlow, mentre il resto del gruppo riteneva che il cantante dovesse risolvere i suoi problemi di dipendenza. Williams lasciò il gruppo nel luglio del 1995. Ecco cosa racconta nella serie:
Buttavo giù qualsiasi cosa mi capitasse a tiro. Ecstasy, cocaina, alcol. Ero arrivato a bere una bottiglia di vodka la sera prima delle prove. Andava così, tutte le sere. Facevamo delle riunioni per parlare di me. Mi dicevano: “Devi comportarti bene”. Si erano accorti che stavo perdendo il controllo, soprattutto quando andai a Glastonbury. Mi dissero in una boy band non ci si comporta così. La sensazione di non essere pronto poi in grado di svolgere il ruolo che mi veniva assegnato era palese. Un giorno andare alle prove E all’ora di pranzo mi dissero: “Dobbiamo fare una riunione”. Disse ai ragazzi che non potevo più stare nella band. E loro: “Vogliamo vedere se riusciamo a fare il tour senza di te. Che ne pensi?”. E, alla fine, fu quel “Che ne pensi” a farmi decidere di lasciare i Take That.
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