A distanza di 8 anni dalla sconvolgente morte di Robin Williams, la vedova Susan Schneider Williams è tornata a parlare della malattia che lo aveva pesantemente afflitto nell’ultimo periodo.
Quando l’attore iniziò a ritirarsi dalle scene, in molti attribuirono questa sua scelta all’imminenza del Parkinson che si pensava lo avesse colpito. Solo dopo la sua morte e in seguito ad una autopsia si scoprì, invece, che era affetto da una patologia diversa ovvero la demenza a corpi di Lewy. Da quel momento, Susan Schneider divenne un’attivista nel diffondere consapevolezza e ricerca sulla malattia.
“Non potrei sopravvivere con me stessa se non raccontassi questa storia”, ha spiegato. In una recente intervista la donna ha raccontato come suo marito avesse iniziato a manifestare i primi sintomi già dal 2012, assumendo atteggiamenti paranoici, attacchi d’ansia e paura, spiegando il motivo di queste manifestazioni:
“Riguardavano la regione del suo cervello che aveva una quantità enorme di corpi di Lewy. Quell’area riguarda la nostra capacità di regolare le emozioni, in particolare la paura e l’ansia. E quella di Robin era sostanzialmente rotta”.
È bastato poco tempo, però, affinché la demenza a corpi di Levy prendesse il controllo sull’attore che ha iniziato a perdere ogni cognizione della vita reale, come spiega sua moglie: “Il tuo cervello inventa una storia di ciò che pensi sia la realtà. E le persone intorno a te non sono in grado di riportarti a ciò che è effettivamente reale”.
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