Rocco Papaleo è stato intervistato da La Stampa dove ha raccontato alcuni aneddoti sul suo passato e anche i suoi progetti futuri. Ecco un estratto:
Lei era già divertente a scuola?
«Ero un perdigiorno ma simpatico, quello che faceva ridere tutti. All’università, se il professore di Fisica 2 sentiva che l’attenzione generale calava, mi faceva una domanda. Era una sorta di convenzione tra noi. Sapeva che avrei detto una cazzata, alleggerendo la noia ».
Quindi la recitazione era nel suo destino?
«In realtà mai avrei pensato di fare l’attore. Ci sono arrivato grazie a numerosi colpi di fortuna, il primo nell’84. Una mia amica fraterna mi iscrisse a una scuola di recitazione senza dirmelo. La retta mensile costava 100 mila lire, insostenibile per me. Ebbi però la fortuna di essere arruolato dalla direttrice nel suo spettacolo, il che mi dava il diritto di frequentare gratis. Così riuscii a finirla».
Pochi giorni fa l’attore invece è stato protagonista di una masterclass a Visioni dove ha ricordato l’inizio del suo successo grazie a Giovanni Veronesi – “È stato il mio talent scout, fu lui a suggerire il mio nome a Pieraccioni. Se non mi avesse notato, oggi non sarei qua”.
E ancora l’esordio come regista: “Ci sono voluti dieci anni prima di arrivare a Basilicata Coast to Coast, un film che all’inizio nessuno voleva fare e che ho realizzato anche grazie alle mie amiche Giovanna Mezzogiorno e Betta Olmi che mi convinsero a scriverlo”.
Ma, nell’attesa di vederlo di nuovo al cinema come regista con l’attesissimo film Scordato, Papaleo al momento è nel cast del docufilm Sentieri di ferro di Luca Curto, presentato in anteprima regionale proprio ieri sera al festival.
FONTE DAGOSPIA
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