Intervistata da “La Verità”, Sabrina Salerno racconta il grande successo raggiunto negli anni ’80 e l’incontro professionale che le cambio la vita, quello con Claudio Cecchetto:
“L’incontro per eccellenza sul fronte professionale: mi cambiò la vita. Non posso che essergli grata. Conserviamo un buon rapporto. Cantavo in inglese perchè negli anni Ottanta si usava cantare così la dance e io volevo avvicinarmi al mondo dei teenagers. Le lingue mi sono sempre piaciute: le ho studiate al liceo anche se poi non l’ho mai finito. Ma mi aiutò: ricordo le prime interviste per magazine internazionali di altissimo livello a soli 19 anni”.
Siamo donne fece talmente tanto clamore che Jo Squillo raccontò che dopo il Sanremo del 1991 dovevate girare con dieci guardie del corpo:
“Non ricordo quante fossero, sinceramente. Certo non potevamo andare da nessuna parte, noi due insieme. Fece scalpore, quella canzone. E pensare che quando me la proposero mi sembrava una cosa così scontata, che oltre alle gambe c’è di più. Non mi sono mai sentita inferiore agli uomini, ho vissuto così. E per questo la parola femminista non mi è mai piaciuta. Strada facendo ho capito che c’è ancora da combattere, per abbattere i soffitti di cristallo. I fatti di cronaca mi scuotono dal profondo. Mi chiedo come sia possibile che si manchi di rispetto a una donna. So però anche che non tutti gli uomini sono così”.
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