Ospite a “Verissimo”, Sal Da Vinci racconta la sua infanzia, con un pensiero al papà scomparso:
“Papà per me è stata un guida importante, lo sento ancora oggi in quello che faccio. Una persone cresciuta in una famiglia poverissima. Mia nonna lo portò in orfanotrofio per farlo adottare, lo riprese mia zia che per tanti anni la chiamò mamma. Mi ha amato in silenzio. Ha avuto per me e per i miei fratelli un amore oltre ogni logica. Forse proprio perché non ha avuto l’amore di un padre ed è dovuto crescere da solo, la famiglia e i figli erano per lui il centro di ogni cosa. Lui scendeva nel quartiere e palava spesso di me. Si è fatto volere bene da tutti. Mi hanno sempre ripetuto che papà era una bella persona prima che un bravo cantante”
Ricorda così la sera della morte:
“Avevo finito un tour e lo avevo chiamato per dirgli che prima andavo a cena da un amico e poi andavo con la compagnia per la cena di fine stagione. Si preoccupava per me che ero stanco. Mentre eravamo a tavola mi chiamano per dirmi che papà non stava bene. L’ho sempre visto come un immortale, quella sera purtroppo è andata così”
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