Il cantautore Sandro Giacobbe, 74 anni, è stato intervistato dal Corriere della Sera. Parlando del successo del suo brano, «Signora mia», racconta della ‘rivalità’ che all’epoca aveva con Claudio Baglioni.
Come si chiamava la «Signora mia»?
«L’ho dimenticato. Ero andato a un provino da Alfredo Cerruti che cercava giovani cantautori. Mi ero portato la chitarra. Gli feci sentire qualche brano. Non era entusiasta. “Vabbuò, hai altre cose?” sbuffò brusco. Accennai la melodia, poche note. “Fermo lì, non ti muovere”, mi intimò folgorato. “Ora ti metti al lavoro sul serio e mi scrivi un intero LP”».
Negli stessi anni c’era pure «Signora Lia» di Baglioni, una quasi omonima, si faceva confusione.
«Sì, ma al tempo quella non la conosceva nessuno, fu riscoperta dopo il successo di Questo piccolo grande amore. A noi due invece ci scambiavano di continuo, io e Claudio eravamo quasi uguali, stessa età, capelli simili, magri, le riviste ci mettevano spesso a confronto».
Le hanno mai chiesto, per sbaglio, di cantare quella?
«No, però appena uscì Signora mia, la passavano ogni giorno ad Alto Gradimento. Una domenica suonavo col mio gruppo in un locale di Alessandria. La cantai. Uno spettatore mi fece i complimenti: “La sento sempre alla radio, bravo, la fai proprio uguale a quel cantante lì”».
Con Baglioni eravate rivali.
«Più che altro lo erano le case discografiche, lui con la Rca, io con Messaggerie musicali. E tra noi all’inizio non c’era grande simpatia. Poi tanti anni dopo ci siamo conosciuti meglio, quando Claudio veniva a giocare con la Nazionale cantanti, l’ho allenato e siamo diventati amici, oggi ci sentiamo spessissimo per telefono o per messaggio».
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