Un lunedì con pesanti ripercussioni sui canali Rai per lo sciopero in corso da stamattina, 23 settembre. Diversi programmi non sono andati e non andranno in onda per via di uno sciopero indetto dai principali sindacati di categoria (Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, Fnc-Ugl e Snater) che rappresentano tutto il personale non giornalistico della società, ossia i dirigenti, gli impiegati, i tecnici e gli operai: in tutto circa 9.600 persone. Lo sciopero ha diverse motivazioni, ma la principale riguarda il rinnovo del contratto collettivo nazionale per i dipendenti Rai per il quadriennio dal 2023 al 2026, che ancora non è stato approvato.

Per questo non sono andati e non andranno in onda molti programmi previsti per oggi sui tre principali canali Rai, specialmente quelli in diretta. Fra questi ci sono il Tg1 del mattino su Rai 1 e il Tg2 Italia Europa su Rai 2, ma anche Unomattina (rimpiazzato da “Diario di Unomattina”), I Fatti Vostri ed È sempre mezzogiorno!, condotto da Antonella Clerici. Al loro posto sono andate in onda principalmente repliche, dei loro programmi o di altri, come nel caso di Storie italiane, che è stato sostituito da una replica di Linea Verde.

Lo sciopero riguarda i quadri impiegati e operai della Rai che aderiscono alle sigle Slc, Fistel, Uilcom, Ugl e Snater. In una nota sindacale si legge: “L’astensione dal lavoro è stata indetta a sostegno del rinnovo del contratto di lavoro la cui proposta di rinnovo di luglio, siglata fra i sindacati e l’azienda di viale Mazzini, era stata bocciata dalla platea interessata con il 52 per cento dei consensi. Quattro gli obiettivi per cui le lavoratrici e i lavoratori Rai incroceranno le braccia per l’intero turno di lunedì e su tutto il territorio nazionale: riaprire il tavolo di confronto fra sindacati ed azienda su una diversa ipotesi di rinnovo contrattuale; porre all’attenzione delle istituzioni l’urgenza di un progetto di rilancio sia del ruolo che delle finalità di un’azienda che è concessionaria del Servizio Pubblico Radiotelevisivo; bloccare la paventata vendita delle quote di maggioranza di Raiway; garantire risorse certe in grado di assicurare un futuro all’azienda; urgenza di un piano industriale per mission produttiva ed editoriale di Rai”.