Serena Autieri, napoletana e tifosa del Napoli, è elettrizzata dalla stagione della sua squadra, capolista in Serie A con ben 16 punti di stacco. Inevitabile non pensare ai festeggiamenti per l’eventuale scudetto, come racconta in un’intervista rilasciata a Oggi.it:
Ai Quartieri c’è sempre una grande energia, la generosità è uno stile di vita. Però questa felicità senza timori di fregature non l’avevo mai vista. Il calcio a Napoli è ossigeno, la gente pensa: “Finalmente ci stann rann chell che c’ammeritamm”. Anzi, come dicono in Gomorra: “Ci ripigliamm tutt chell ch’è ‘o nuost”
La gioia per questo scudetto che stiamo covando da mesi la tengo per me, la custodisco dentro, me la godo di più. Ma capisco questa festa che va avanti da due settimane, abbiamo gli arretrati da smaltire. È bello che ogni scalinata sia bianca e azzurra, ogni balcone sia addobbato: è un presepe fuori stagione.
Nonostante la scaramanzia, Serena Autieri ha già annunciato a suo marito e alla figlia, di essere pronta a festeggiare insieme al popolo napoletano:
“L’ho già detto a mio marito Enrico e a mia figlia Giulia: sappiate che io devo stare a Napoli qualche giorno prima, e devo andare in giro avvolta nella bandiera, ai Quartieri, nel cuore di tutto, a piedi. Voglio mischiarmi alla città. Come quando vincemmo con Maradona l’ultima volta: avevo 14 anni, passai tutta la notte a fare i caroselli con papà, ma i ricordi si sono stinti”.
Quanto alla possibilità di fare una sfilata in costume come fece Sabrina Ferilli per la Roma, spiega:
Dovrei chiedere a mio marito il permesso di fare un piccolo strip-tease. Di sicuro mi piacerebbe cantare al San Paolo, pardon al Maradona: aprirei con ‘O sordato ‘nnammurat e chiuderei con Un giorno all’improvviso mi innamorai di te. Il canto è anche una preghiera, abbiamo pregato tanto perché la squadra arrivasse dov’è. Sarebbe un modo per ringraziare i giocatori, Spalletti, la città, De Laurentiis, che ha fatto un lavoro straordinario. Con il presidente ci sentiamo, abbiamo lavorato insieme, è una persona che adoro e stimo, prepareremo qualcosa.
Quando le è stato chiesto chi sia il suo idolo, tra i calciatori del Napoli, Serena Autieri non ha avuto dubbi:
“Adoro Osimhen, mi metterò la sua mascherina, sembra un supereroe, è come Robin Hood: ha tolto ai soliti ricchi, per dare a noi che siamo milionari di umanità, ma miserelli nel palmarès. Però Maradona non lo supera nessuno: è il padre di tutto, è nell’albero genealogico della città”. Poi ha detto la sua anche sull’attaccante Khvicha Kvaratskhelia e sull’allenatore Luciano Spalletti:
Kvaratskhelia è un artista, poi ha questa andatura sghemba che mi fa impazzire, questa faccia da scugnizzo che sembra sbozzata a San Gregorio Armeno: ho detto ad Alessandro Siani che dovrebbe scritturarlo per un film. Luciano Spalletti è quello che serviva alla squadra e alla città: un uomo rigoroso, che sa quello che vuole, pieno di grinta. Ma anche lui è napoletano dentro, basta sentire le sue interviste. È come un Luciano De Crescenzo serioso: a Napoli se non sei un po’ filosofo non puoi sopravvivere. Non vorrei dimenticare Lobotka: io ho studiato architettura all’Università, lui è il nostro geometra e il nostro urbanista.
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