Sergio Vastano  ce lo ricordiamo tutti negli anni ’80 come volto noto del Drive In, la trasmissione di Antonio Ricci in cui portò personaggi rimasti impressi nella cultura della televisione, come il  “bocconiano calabrese”, il “top-manager yuppy”, e l'”impresario cialtrone”. Da lì, passò a Striscia la Notizia dove in particolare ebbe grande popolarità la sua imitazione di Gianfranco Funari. Di Striscia Vastano fu conduttore dal 2 dicembre 1991 al 18 giugno 1994, alternandosi anche a Paperissima (1991-1995, 1997) e Belli freschi (1993)

Oggi Vastano ha 71 anni, è lontano dalle scene ormai da tempo e si è raccontato in una nuova intervista al Corriere della Sera, ricordando la sua carriera e il passato.

Come conobbe Antonio Ricci? 

«Per caso. Sono molto amico di Andy Luotto, un giorno mi chiama e mi dice: ho incontrato Antonio che sta mettendo su una nuova trasmissione per Italia 1. Io non sapevo né chi era Antonio, né cosa fosse Italia 1. Mi chiesero un nastro con un provino e proposi il mio personaggio. Abitavo vicino alla Sapienza, dove era pieno di calabresi benestanti che venivano dal sud a fare gli studenti fuori sede. Preparai un numero di 30 secondi, ad Antonio piacque ma lo trasformò in Bocconiano».

Come mai ebbe così successo? «Saperlo… Fu una confluenza di astri. Era un “terrone” diverso, non veniva con la valigia di cartone a elemosinare un posto, ma veniva da padrone. Era il momento del rampantismo, rappresentava la prepotenza di un personaggio che si credeva già arrivato, in un periodo di ostentazione massima. Oggi è solo cambiato il modello, proporrei un rapper che esibisce i soldi».
All’inizio lei era in prova. «Contratto di quattro puntate, viaggi, residence e buoni pasto inclusi, mi davano 400mila lire a puntata. A me che venivo dal teatro delle cantine romane sembrava un sogno. Poi sono arrivato a 4 milioni».