“Mi sono ripresa per sette anni, e da allora non ho più avuto lavori”. Lo scorso mercoledì, in occasione dell’evento “Raising Our Voices” di The Hollywood Reporter dedicato al futuro della diversità, dell’equità, dell’inclusione e dell’accessibilità nel mondo del cinema, Sharon Stone ha ricordato le sfide affrontate in seguito all’ictus e all’emorragia cerebrale che l’hanno colpita nel 2001. Da quel momento, sostiene l’attrice, sono cominciati i problemi di lavoro. «Quando è successo, non volevo dirlo a nessuno, perché se qualcosa va storto con te, sei fuori. Qualcosa è andato storto con me, visto che sono fuori da 20 anni».
In realtà negli ultimi due decenni la Stone è apparsa in diversi film (come «Catwoman», «Lovelace», «Un ragazzo d’oro») e serie tv (fra cui «Low & Order – Unità vittime speciali», «Better Things», «The New Pope»), ma nessuno di quei ruoli è stato all’altezza della fama stellare di «Basic Instinct» o della nomination all’Oscar per «Casino».
“Ero una delle donne più famose e amate al mondo, poi all’improvviso tutti sembravano essersi dimenticati di me” aveva raccontato l’attrice già nel 2019 in un’intervista a Variety. “Mi sono sentita abbandonata e ho perso tutto”. Un destino che Stone ha percepito simile a quello di Lady Diana, scomparsa nel 1997 in un tragico incidente d’auto: “Ho perso il mio posto nel mondo del lavoro. Ero la star del cinema più sexy, sapete? Era come se solo io e la Principessa Diana fossimo così famose. Lei è morta, io ho avuto un ictus. E siamo state dimenticate”.
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