Il film


Uscito nel 1972, il film è diretto da Maurizio Lucidi e vede protagonisti Bud Spencer e Jack Palance.

La trama


Coburn Thompson, vagabondo di buoni sentimenti, si ritrova a proteggere l’orfanello Chip Anderson da una banda di malviventi capeggiata da James e dal prete-sceriffo Franciscus, che vuole mettere le mani su un terreno ricco di petrolio ereditato dal bambino. Lo aiuta Sonny, un cinico pistolero nerovestito, che gira accompagnato da un gruppo di ballerine da saloon e da sua sorella Mary, innamorata di Coburn.

Chip Anderson


Nel film il piccolo orfanello è interpretato dal giovane Renato Cestiè. Ecco la sua carriera:

Renato Cestiè, nato a Roma nel 1963, è apparso in praticamente tutti i film del genere LacrimaMovie, genere di grande successo negli anni settanta anche a livello internazionale, come Cuore (1973) di Romano Scavolini, L’albero dalle foglie rosa (1974) di Armando Nannuzzi, Il venditore di palloncini (1974) di Mario Gariazzo, L’ultima neve di primavera (1973), il suo film più celebre, e Bianchi cavalli d’agosto (1975) di Raimondo Del Balzo.

Sul finire degli anni Settanta e inizio Ottanta seguì un periodo scarsamente produttivo, ma alla fine degli anni ottanta tornò alla ribalta interpretando per tre stagioni il ruolo di Massimo Conti nella popolare serie televisiva di Italia 1 I ragazzi della 3ª C (1987-1989). Massimo era il belloccio e sportivo del gruppo, con la passione per la palestra e innamoratissimo di Sharon Zampetti.

L’abbandono delle scene

Verso la metà degli anni novanta abbandonò definitivamente il mondo dello spettacolo per dedicarsi alla gestione di una palestra di Roma. Il 23 marzo 2014 ha partecipato come concorrente a una puntata domenicale del quiz televisivo di Canale 5 Avanti un altro! condotto da Paolo Bonolis.

«Con il passare degli anni mi rendevo conto che il successo raggiunto mi stava sfuggendo di mano» ha raccontato in una vecchia intervista. «Soprattutto cominciavo a capire che il mondo del cinema e quello della televisione stavano cambiando. E io ero fuori moda: non ero bravo a fare pubbliche relazioni, non amavo le serate mondane e, con il mio carattere diretto e sincero, non sapevo. Accattivarmi le simpatie di registi e produttori. Non facevo gruppo, insomma, e, mi perdoni il termine, non ero ruffiano, non supplicavo. Le uniche cose che mettevo a disposizione del cinema erano il mio nome e la mia capacità di recitare. Ma, evidentemente, non bastavano più».

Renato Cestiè oggi

Oggi è divorziato e con un figlio. In una vecchia intervista, si è detto contento e soddisfatto della vita che conduce, anche se l’amore per la recitazione non l’ha mai abbandonato: “Insomma, sono stato uno stupido a dire basta per orgoglio. Ma poi quando vedo in TV quegli attori o quei presentatori che a 60 anni si ostinano a restare aggrappati a un successo marginale, magari accettando piccoli ruoli al cinema o conducendo programmi in qualche emittente locale, mi dico che forse ho fatto bene io a mollare in tempo, a puntare tutto sulla palestra”.