Arianna Rapaccioni, moglie di Sinisa Mihailovic, ha raccontato al settimanale “Chi” come sia stato difficile tornare nella casa in Sardegna, a Porto Cervo, dove assieme al marito scomparso (lo scorso dicembre a causa della leucemia), ha trascorso momenti di vita bellissimi:
“Aprire la casa senza di lui non è stato facile. Quando ho aperto la porta ho trovato i suoi scarpini, le sue tute, i suoi vestiti. Mi sono fermata, come se avessi ricevuto uno schiaffo. All’inizio ho provato una sensazione orrenda: lo sentivo per casa, ovunque. Poi ho scelto di vivere e non perire. Nicholas, il più piccolo di casa, mi vedeva da sola e mi chiedeva quando sarei uscita: si sentiva in colpa se rimanevo a casa. Allora mi sono circondata di amiche, ho provato a non farmi vedere triste. Ho mostrato sorrisi forzati, con Sinisa nel cuore. Perché lui ci sarà sempre, fino a quando non lo ritroverò… perché lo ritroverò!”
Rapaccioni ha commentato anche chi, in questi mesi, si è permesso di giudicare lei e la sua scelta di tornare alla vita:
“La gente parla, ma noi non siamo matrioske. Come dice il mio analista: la gente di ferma al primo strato, ma non va mai dentro, non conosce il resto. I primi mesi con i miei cinque figli sono stati tremendi ma poi ho indossato l’armatura. Mio marito una settimana prima di morire ha fatto dieci chilometri di corsa e io mi devo abbattere o cadere in depressione?”.
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