Ken il guerriero
L’11 ottobre 1984 fa debuttava in patria il cartone animato di Hokuto no Ken, tratto dal manga omonimo di Bronson e Tetsuo Hara e appuntamento fisso dei palinsesti italiani delle reti locali tra gli anni ’80 e ’90. Ispirata alla saga cinematografica postapocalittica di Mad Max, ambientata in un mondo desertico e violento nel quale la civiltà è regredita a uno stato barbarico e gang di teppisti su quattro ruote razziano i villaggi dei pochi sopravvissuti, la serie nipponica si è fissata in modo indelebile nell’immaginario di una generazione, folgorata dalle peregrinazioni di Kenshiro, l’erede della scuola di arti marziali di Hokuto, dei suoi fratelli e dei guerrieri della scuola avversaria di Nanto. Una selva di personaggi bizzarri e memorabili, incontrati dal protagonista durante la sua ricerca dell’amata Julia, rapita dal folle tiranno Shin.
Il casting dei sogni
Abbiamo sempre desiderato un film fatto bene su Kenshiro, e purtroppo questo sogno non si è mai realizzato. In realtà uno c’è, brutto brutto ma c’è, ma di quello ve ne parleremo prossimamente.
Nella nostra testa, facendo un ipotetico casting, i nomi che uscivano fuori erano sempre due:
o Bruce Lee, o Stallone. Non a caso sono i due che hanno ispirato la fisionomia del personaggio (Ve ne parliamo QUI).
Se per Bruce Lee i tempi non ci sono mai stati, per Stallone un po di rimpianto c’è. Esiste però un’intervista risalente a molti anni fa (2008 per la precisione), dove Sylvester parla proprio di Kenshiro:
“Purtroppo ho conosciuto troppo tardi questo personaggio. La sua storia forte e drammatica e la sua onestà ed integrità mi hanno subito colpito, così come la sua determinazione ed il suo coraggio. Penso di avere molto in comune con lui. Se avessi trent’anni di meno mi sentirei onorato di impersonarlo in un film, oltretutto gli somiglio anche fisicamente”
Da un punto di vista queste sue parole fanno ancora più male. Un rimpianto professionale per lui. Da un altro punto di vista però, è comunque un piacere sentire parlare il diretto interessato di un nostro piccolo sogno ormai irrealizzabile.
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