Parte della giornata di ieri è stata dedicata a loro, i protagonisti di Stan & Ollie, attesissima pellicola che riporta sul grande schermo una delle coppie comiche più amate di sempre.
A Steve Coogan e John C. Reilly l’arduo compito di impersonare rispettivamente Stan Laurel e Oliver Hardy, conosciuti per il loro nome d’arte Stanlio e Ollio. Il film, diretto da Jon S. Baird, è il racconto degli ultimi anni di carriera dei due comici, quando nel dopoguerra giravano i teatri britannici per sbarcare il lunario, affrontando la fine del loro grande successo e riscoprendo il forte legame d’amicizia che li ha da sempre legati. «È Il racconto del momento in cui hanno avuto problemi nella vita, anche di salute, alla fine della carriera, non avevano tanti soldi, si sentivano vicini alla morte – ha detto il regista – un periodo interessante da studiare».
L’entusiasmo di John C. Reilly e Steve Coogan traspare nettamente durante la conferenza stampa, animata soprattutto da un vulcanico e scherzoso Reilly, il quale mima alcuni sketch, tra microfoni usati a mo’ di apparecchi acustici e bottigliette d’acqua che diventano telefoni cellulari.
“Posso dire che Ollio nel suo cuore era italiano: perché era un vero romantico – ha raccontato l’attore – avrebbe adorato Roma: amava le donne, il cibo, era innamorato della bellezza, lui cercava il suo mondo romantico e io ho cercato di condividerlo con lui. Non erano solo attori o solo comici, erano persone dal profondo animo umano. Trovare il cuore romantico di Ollio – ha detto ancora Reilly – è stato come trovare la verità dietro la caricatura e come riportarli in vita grazie anche al trucco, i costumi e la parrucca. Una missione del film era di prendere questi attori e renderli umani, certo, alcune sono congetture, ma il resto è storia”.
Il collega ‘Stanlio’, l’attore Steve Coogan, ha rivelato: “Io ero davvero entusiasta di interpretare Stan Laurel, mentre John era un po’ più ansioso. Il ‘fardello’ dell’importanza di questi ruoli era grande, dunque c’era la pressione e il rischio di fallire. Ho cercato di trovare gli strumenti giusti per farlo”.
Su come è stato entrare nei panni del suo personaggio, sempre Coogan ha detto:
Da piccolo mi divertivo a fare le imitazioni di Stanlio davanti lo specchio, prendevo spunto dalla sua fisicità. È stata una lenta costruzione dall’alto verso il basso, partendo dalle parti più famose per arrivare alle radici della personalità del personaggio. Ma il lato fisico è nullo, se non c’è sostanza dietro. L’imitazione ti può colpire per due, tre minuti, poi capisci che è solo un trucco ed è quello che non abbiamo cercato di fare. Abbiamo cercato prima di tutto di capire chi erano, poggiarci solo sui loro film sarebbe stato un rischio e la sceneggiatura ci ha aiutato molto. È la storia di due uomini e della loro lunga amicizia, che guarda caso riguarda due dei più grandi comici della storia”.
Possiamo anticiparvi che i due interpreti hanno fatto un lavoro eccezionale e la somiglianza è straordinaria sotto molteplici aspetti.
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