Insieme sono stati la più formidabile e importante coppia comica del cinema della prima metà del Novecento. Stanlio magro, con i capelli a spazzola e il cravattino a farfalla; Ollio vistosamente in sovrappeso, con baffetti neri e cravatta corta; uno impacciato (Stanlio) l’altro più sicuro e autoritario. Due clown dalla forza comica travolgente per i quali riuscire a trovare un equilibrio tra vita professionale e privata fu un’impresa quasi impossibile.
Quel tradimento all’interno della coppia
Ad esempio Ollio “tradì” Stanlio: i due erano sotto contratto con il produttore Hal Roach, che li pagava con uno stipendio fisso inadeguato al loro successo. Questo irritava soprattutto Laurel, che si accordò con una casa concorrente. Ma Hardy non ebbe il coraggio di lasciare Roach e nel 1939 girò per lui “Zenobia” senza Stanlio (lo sostituiva Harry Langdon). Fu un flop, e i due tornarono insieme poco dopo. Comunque più avanti negli anni i due caddero (più o meno) in disgrazia: erano invecchiati, ma erano ancora amati dal pubblico. Stan non aveva difficoltà economiche, mentre Oliver doveva pagare gli alimenti a due ex mogli. Comunque si potevano permettere il lusso di rifiutare molte offerte, tra cui quella di un giovane Billy Wilder che voleva raccontare la loro vita in un film.
Il film mai realizzato
Poi arrivarono gli ultimi anni per entrambi: Oliver era un accanito fumatore ed era arrivato a pesare 182 chili, soffriva di cuore ed ebbe diversi malori a partire dal 1950 fino alla morte nel 1957. Entrambi volevano realizzare un ultimo film insieme che si sarebbe dovuto intitolare “Rob ‘em good” (“Derubiamoli per bene”) ed era una parodia della leggenda di Robin Hood. Ma l’insuccesso del precedente “Atollo K” e soprattutto i problemi di salute di Hardy resero impossibile realizzare il progetto.
Oltre la morte
Nonostante il ritiro dalle scene, per otto anni, fino alla morte, Stan Laurel continuò a essere generoso con i fan, a incontrarli spesso, e non smise di annotare gag e sketch pensati per la coppia: furono ritrovati dai suoi eredi. Laurel si trasferì nel 1958, a Santa Monica, in un appartamento dell’hotel Oceana.
Malgrado le voci di una sua presunta indigenza, generate da un articolo giornalistico del 1959, Laurel visse agiatamente, grazie a investimenti effettuati già dagli anni 1930, nonostante il suo patrimonio fosse stato intaccato dal crollo di Wall Street del 1929, da tasse e assegni di mantenimento dei suoi numerosi matrimoni. Morì di infarto il 23 febbraio 1965, all’età di 74 anni.
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