E’ uno dei brani più noti di Sting e da sempre, da quando fu diffuso per la prima volta, nel 1985, è considerato un inno contro la guerra. Sting torna così a cantarlo e lo dedica agli ucraini coraggiosi che combattono e anche ai molti russi che stanno protestando. In un video, pubblicato sul suo profilo Instagram, il cantante introduce con queste parole l’esecuzione del brano:
“Ho cantato solo raramente questa canzone nei molti anni trascorsi da quando è stata scritta, perché non avrei mai pensato che sarebbe stata di nuovo rilevante, essere ancora d’attualità. Ma, alla luce della sanguinosa e dolorosa decisione sbagliata di un uomo di invadere un vicino pacifico e non minaccioso, la canzone è, ancora una volta, un appello alla nostra comune umanità. Per i coraggiosi ucraini che combattono contro questa brutale tirannia e anche per i molti russi che protestano contro questo oltraggio nonostante la minaccia di arresto e imprigionamento. Noi, tutti noi, amiamo i nostri figli. Fermate la guerra.”
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Con la sua chitarra, di fronte a un microfono del suo studio di registrazione, Sting intona nuovamente una delle canzoni più forti sull’ansia nucleare, a sostegno di Help Ukraine, iniziativa per inviare medicine e aiuti umanitari a un magazzino sul confine ucraino in Polonia. Il singolo faceva parte dell’album “The Dream of the Blue Turtles”, il primo da solista, pubblicato nel giugno del 1985, un anno dopo lo scioglimento non ufficiale del suo gruppo, i Police.
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