Pochi giorni fa, durante il CinemaCon, Lionsgate e Blumhouse hanno annunciato di essere al lavoro su un nuovo reboot di The Blair Witch Project, l’horror che nel 1999 fu un vero fenomeno culturale. Da quel film sono arrivati già due sequel, uno nel 2000, Il libro segreto delle streghe – Blair Witch 2 e uno parecchi anni dopo, nel 2016, Blair Witch di Adam Wingard. Ma ora l’intenzione è di farne un remake che sarà «una nuova visione per Blair Witch che introdurrà il classico horror ad una nuova generazione».
L’annuncio non è per niente piaciuto a Joshua Leonard, uno dei tre attori del film originale. Tramite un post apparso su Instagram, Leonard, che oggi ha 48 anni, ha attaccato il nuovo film, arrivando a definire l’intera operazione disgustosa. «Voglio dirlo pubblicamente e mi piacerebbe che la cosa venisse amplificata – ha scritto -. Questa è la mia faccia usata per una notizia per un film fatto da due grandi studi per cui ho lavorato e che rispetto. La parte strana è che non ne sapevo niente finché un amico non mi ha scritto per congratularsi con me».
Joshua Leonard, assieme a Heather Donahue e Michael C. Williams, ha interpretato uno dei tre filmmaker che si addentrano nei boschi di Burkittsville per produrre un documentario sulla mitica strega di Blair. La frustrazione che filtra dalle parole dell’attore è evidente: «Ho provato per un mese a contattarli per una proiezione di beneficenza di The Blair Witch Project e nessuno mi ha risposto» ha scritto.
Lo stesso passa poi a riepilogare alcuni dissapori e screzi legali avuti in passato con per The Blair Witch Project, come ad esempio il fatto che lo studio ha chiesto il copyright sui nomi dei personaggi che – tuttavia – sono gli stessi degli attori che li hanno interpretati data la natura mockumentaria dell’horror del 1999. Leonard prosegue poi: «Ci sono stati molti fattori che hanno reso il film un successo: il tempismo, il marketing, ecc. Ma c’è anche il fatto che noi strambi ci siamo riuniti, praticamente senza risorse, e abbiamo fatto un film che funziona. Possiamo dire che il film stesso è una parte importante del motivo per cui ne parliamo ancora 25 anni dopo?».
Quindi il finale del post, molto duro: «Sono così orgoglioso del nostro piccolo film punk-rock, e adoro i fan che ne mantengono viva la fiamma. Ma a questo punto, sono 25 anni di mancanza di rispetto da parte di coloro che hanno intascato la parte del leone (gioco di parole) dei profitti del nostro lavoro, e questo mi sembra sia disgustoso che privo di classe».
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