Tra i titoli della lunga filmografia di Neri Parenti alla fine degli anni Novanta spicca Tifosi, uscito nel 1999 dopo Paparazzi e prima di Body Guards. Nel cast troviamo alcuni degli attori feticcio dei cosiddetti cinepanettoni, tra cui Massimo Boldi, Christian De Sica, Diego Abatantuono, Enzo Iacchetti, Maurizio Mattioli e Nino D’Angelo.
Il film, prodotto da Aurelio De Laurentiis racconta in chiave ironica la passione calcistica di alcuni sfegatati tifosi e scorre seguendo quattro diversi filoni narrativi, tutti legati ad un particolare match. Oltre al sopracitato cast, in Tifosi spicca una guest star d’eccezione: Diego Armando Maradona, protagonista di un cameo nell’episodio di Nino D’Angelo, dedicato, ovviamente, al Napoli.
La storia di quell’episodio racconta le vicende del ladruncolo napoletano Gennaro Scognamiglio (Nino D’Angelo), il quale, appena scarcerato, s’introduce in un ricco attico, insieme all’amico Ferdinando (Peppe Quintale), per rubare e saldare così un suo pesante debito e salvare dalla strada se stesso, la moglie e i suoi quattro figli (due maschi e due femmine chiamati Diego, Armando, Mara e Dona). All’interno della casa, però, i due trovano un decoder (cosa molto rara all’epoca) e decidono quindi di seguire la partita del loro amato Napoli contro l’Atalanta. La voce si sparge in fretta, ed alla fine per seguire la partita nel salotto della villa si riunisce quasi mezzo quartiere. Dopo la fine del match, Gennaro e Ferdinando “ripuliscono” l’attico, salvo poi scoprire che proprio quell’attico appartiene al loro idolo Diego Armando Maradona. Trovando una scusa, i due riescono a rimettere a posto tutta la merce sottratta all’ex calciatore che, solo alla fine, scoprirà quali erano le loro intenzioni iniziali. I due colpiscono il calciatore per la loro ammirazione nei suoi confronti e proprio grazie a Maradona, Gennaro riuscirà a saldare il suo debito, facendo fare al suo usuraio foto e autografi con Maradona, essendo anch’egli napoletano e tifoso del grande campione.
Le condizioni di Diego Armando Maradona
Nel suo libro Due palle di Natale, Neri Parenti ha raccontato nel dettaglio come si svolsero le riprese con Maradona, che all’epoca stava affrontando già parecchi guai fiscali. Girare le sue scene fu infatti molto difficoltoso. Neri Parenti lasciò il set a Milano, dove stava girando l’episodio di Boldi, per volare subito a Roma e incontrare Maradona.
Diego ci concedeva solo tre giorni di riprese, a Roma. Una limitazione accettabile, dato che il tempo era più che sufficiente per girare tutte le sue brevi scene. Ci pose diverse condizioni: non voleva avere orari di lavoro prestabiliti, ma girare sempre a Roma quando se la sentiva, e non voleva fare scene in cui giocava a pallone, tranne che nel teaser di lancio. Ovviamente accettammo.
Tagliammo ogni scena con il pallone, ci ingegnammo per realizzare gli esterni di Napoli a Roma, dove Trastevere divenne Forcella. Poi mettemmo in piedi due troupe, una pronta a girare dalle 8 alle 19, l’altra dalle 21 alle 6 di mattina, così, in qualsiasi momento Diego avesse deciso di girare, con due troupe avremmo coperto le 24 ore. Il set era qualcosa di simile a un pronto intervento riprese.
Maradona sul set
Fu un mezzo incubo. Appena Diego arrivava, tutta la truppa si animava e cominciava a lavorare alla scena. Poi, senza alcuna spiegazione e senza motivo apparente, Diego se ne andava e tutto si fermava. Nessuno sapeva quando sarebbe ritornato, ma non si poteva non perdonarlo: era evidente che stava passando un brutto momento e quando si ripresentava perdeva più tempo a scusarsi con tutta la troupe che a girare. Tutti gli volevano bene. Alla fine, in mezzo a tantissime difficoltà, riuscimmo a portare a compimento l’episodio e anche il teaser.
Ecco il trailer in cui si vede Maradona giocare.
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