Xdono, il primo brano di successo di Tiziano Ferro – che recentemente si è visto pignorare dal fisco 9 milioni di euro –non è stata creata direttamente dal cantautore. Ad ammetterlo è Michele Canova, produttore che con il cantante ha lavorato a stretto contatto per molti anni. Intervistato da Rolling Stone, Canova parla del suo incontro con Ferro. Un incontro che ha cambiato la vita a entrambi.
Ecco un piccolo estratto:
Eh, è questione spesso di fare non solo la cosa giusta, ma di farla anche al momento giusto…
Esattamente. Prendi Tiziano: secondo me, abbiamo avuto prima di tutto un gran culo. In tutto il mondo l’r&b stava funzionando, ma ancora nessuno lo stava facendo in Europa. Arrivammo allora noi: beh, mi ricordo ancora le 270 mila copie vendute del singolo in Francia o le 300 mila in Germania. Capisci che numeri? Ma non era stato un calcolo a tavolino: semplicemente, facemmo appunto la cosa giusta al momento giusto. Tiziano era un bel ragazzo, cantava bene; io avevo capito come copiare il suono che da sempre piaceva a lui, un certo tipo di r&b. E il gioco funzionò.
Aspetta aspetta: hai detto copiare?
Copiare, sì. Ovviamente non potevo campionare direttamente: perché se l’avessi fatto, poi giustamente ci facevano causa. Xdono, non è più un mistero per nessuno, era proprio presa di peso da un pezzo di R. Kelly. Io e Tiziano ci siamo guardati, me lo ricordo ancora oggi, mentre eravamo in studio: «Facciamo la marachella? Sì, dai: facciamola». E così semplicemente risuonai il pezzo: perché se lo risuoni al massimo possono dirti che hai copiato, ma giuridicamente non possono farti un cazzo. A meno che non diventi veramente grosso grosso, eh: e così fu, dopo. Inevitabile allora che a un certo punto ci arrivasse una lettera d’avvocato. Che arrivò. «Eh, c’hanno beccato». Ma poi in realtà, legalmente parlando, non poterono farci nulla.
FONTE ROLLINGSTONES
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