Nel suo libro autobiografico “Senza la bacchetta”, Tom Felton confessa che, dopo l’esperienza di Harry Potter, che lo rese molto popolare nei panni di Draco, un bulletto anche piuttosto malvagio, figura centralissima e antagonista di Harry, le cose non andarono poi così bene per lui. Quando si trasferì a Los Angeles per intraprendere una carriera d’attore davanti a lui si è parata la dura realtà di una concorrenza spietata e dolorosissima:
“Los Angeles mi fece sentire particolarmente solo e dissociato da me stesso: sentimenti che, certo, potrebbero innescare turbe mentali in chiunque. Forse è più facile mascherarle seduto al di là della corda di velluto rosso o al volante di una Lamborghini arancione acceso”.
E poi, la confessione, quella di essersi perso e aver intrapreso strade non felici. L’alcolismo e diversi centri di riabilitazione:
“Prima di tutto, mi sono trovato di fronte al fatto che non ero così bravo a recitare. Fare un provino a 12 anni è una cosa – più o meno assicurarti di non guardare in basso mentre ti riprendevano o dimenticare le battute – ma da adulto è molto diverso. A Los Angeles si facevano tre audizioni al giorno, sceneggiature diverse, accenti e dialetti diversi – abilità che non avevo messo in pratica. Ricevetti molti no, e prima ancora che avessi detto una parola, potevo spesso vedere che stavano pensando: ‘Non prenderlo, è uno dei bambini della saga di Harry Potter’”.
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