Dopo I due carabinieri, Carlo Verdone portò sul grande schermo, nel 1986, Troppo forte, commedia da lui scritta assieme ai suoi due mentori artistici, Sergio Leone e Alberto Sordi, e con l’apporto di Rodolfo Sonego, sceneggiatore di fiducia di Sordi.
Trama
Nella periferia di Roma vive Oscar Pettinari (Carlo Verdone), un giovanotto che si atteggia da bullo e sogna di entrare nel mondo del cinema. Con la sua moto si reca spesso negli studi di Cinecittà, dove però riesce a essere scritturato solo per piccoli parti da stuntman in film di serie b. Un giorno, dopo l’ennesimo provino andato male per un importante produzione americana, il ragazzo incontra per caso il bizzarro avvocato Giangiacomo Pigna Corelli (Alberto Sordi), il quale gli consiglia di vendicarsi del produttore truffandolo. L’idea è di simulare un incidente con la moto di Oscar e la macchina del produttore, per farsi poi dare i soldi dell’indennizzo: sfortuna vuole però che alla guida della Rolls Royce ci sia l’attrice Nancy (Stella Hall), che rimasta ferita al volto, perde la parte nel film. La giovane donna americana, ora sola e senza soldi, si rivolge ad Oscar – in realtà ragazzo dal carattere bonario – il quale la ospita a casa sua e tra i due inizia a nascere una forte amicizia.
In una lunga intervista postata su Youtube, Verdone ha commentato la celebre scena iniziale del flipper, da lui tutta improvvisata. Ecco le sue parole:
Nel rapporto di Oscar Pettinari con il flipper si capisce tutto il mondo di solitudine e di mitomania che c’è nel personaggio. La mia è stata una performance improvvisata, non avevo mai provato quella scena, perché sapevo che era faticosa e dolorosa, tant’è che uscì con dei lividi sulle cosce per quando salgo a cavalcioni sul flipper. Fu tutto completamente improvvisato al momento, dissi: “Dai, battiamo il ciak che vado” e cominciai senza troppo pensare alle mosse, me le sono inventate al momento, era il modo migliore per rendere la scena vera e credibile. Certo, le battute erano quelle, ma tutta la gestualità è inventata, creata seduta stante.
Lui tratta il flipper come una donna, avviene un amplesso, lavora di bacino. Il mio aiuto regista non sapeva se dare stop o meno, cominciarono tutti a ridere.
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