Troppo forte è un film italiano del 1986 diretto da Carlo Verdone interpretato dallo stesso insieme a Stella Hall e Alberto Sordi. Scritto dal regista romano insieme a Sordi e Sergio Leone (con l’apporto di Rodolfo Sonego, sceneggiatore di fiducia di Sordi). Stella Hall, esordiente modella statunitense e protagonista femminile, venne scelta da Verdone poiché «occorreva […] un viso che si distaccasse decisamente da quello degli altri personaggi»
TRAMA
Roma. Oscar è un giovane della periferia che frequenta gli studi di Cinecittà, atteggiandosi a bullo di quartiere e sognando una grande carriera di attore; ma, al momento, è costretto a guadagnarsi da vivere come stuntman in film minori. Scartato all’ennesimo provino per una grossa produzione, un deluso Oscar viene spinto da un estroso avvocato incontrato casualmente a vendicarsi del ricco produttore della pellicola, truffandolo con un falso incidente stradale: il destino vuole però che quel giorno alla guida dell’auto non ci sia l’uomo bensì la sua amante, Nancy, una giovane attrice italoamericana indicata come astro nascente dello star system. L’accaduto, e il possibile scandalo che potrebbe derivarne, le costano il licenziamento.
I METALLARI
Una delle parti più belle del film è quella iniziale dove Oscar arriva con tutta la comitiva di metallari. Verdone ne ha parlato in uno dei suoi post Facebook ricordando un aneddoto curioso su di loro:
“Per trovare gli attori che dovevano recitare il ruolo dei metallari amici di Oscar Pettinari avevo sparso la voce che cercavo dei coatti con delle facce da duro e con delle moto altrettanto “toste” . Arrivo a Cinecittà mezz’ora prima dell’orario previsto , e sul piazzale c’erano 300 persone con delle facce tremende, e tutti i dipendenti intenti a togliere lo stereo dalle macchine !
Ricordo il “re della penna” , l’ “indiano” , il “vichingo” , il “murena” grande ricettatore, e il “re dello scippo”, che non aveva bisogno del compare dietro perché faceva tutto da solo con il piede. Una volta durante un trasferimento a Cinecittà ci bloccò la polizia, ne fermò sei e li portarono via perché avevano dei precedenti, con me che imploravo perché temevo di non riuscire a finire il film .Andò personalmente Sergio Leone a parlare con il commissario, non so come fece ma li rilasciarono tutti , e le riprese poterono andare avanti . Sul set si divertirono un mondo, mostrando anche una certa dose di autoironia.”
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