Più o meno tre anni fa, fecero molto discutere le immagini e le parole riguardo un brutto episodio avvenuto sul set di Kill Bill 2 raccontate da Uma Thurman. L’attrice postò un video sui social che ripercorre una scena girata da lei in una macchina d’epoca a 60 chilometri orari, avvenuta senza controfigura, per la quale non si sentiva affatto sicura (la mitica scena in cui guida la decappottabile per uccidere Bill). Nonostante i suoi timori, la Thurman fu costretta a farla per insistenza del regista Quentin Tarantino.

“Devi andare a 60 chilometri all’ora o i capelli non voleranno come si deve e dovrai ripetere la scena” le avrebbe intimato Tarantino. La macchina guidata dalla Thurman, il cui sedile non era ben fissato e stabile, finì per schiantarsi addosso ad un albero, causando all’attrice infortuni al collo e al ginocchio per i quali soffre ancora oggi. 

L’attrice ha raccontato di aver discusso pesantemente con il regista al ritorno dall’ospedale: “Quentin e io abbiamo litigato di brutto e l’ho accusato di aver provato ad uccidermi. Era nero, immagino comprensibilmente, perché per lui non era così”.

Tarantino infatti si è detto molto pentito per l’episodio, raccontando che “averla spinta a fare quello stunt è il suo più grande rimpianto della carriera e della vita”. E questo, ha confessato, “ha inquinato il suo rapporto con lei per i due o tre anni successivi. Si parlavano ma la fiducia era stata rotta in qualche modo”.

L’insabbiamento del video

Il filmato della scena venne ‘tenuto nascosto’ dalla casa di produzione Miramax – nello specifico dai produttori Lawrence Bender, E. Bennett Walsh e il famigerato Harvey Weinstein  , che cercarono di insabbiare malamente l’accaduto, proponendo alla Thurman il rilascio del video a patto di firmare un contratto di responsabilità, cosa che l’attrice rifiutò. L’incidente provocò anche una freddura dei rapporti tra la Thurman e Tarantino, che però l’attrice non incolpa direttamente. Dopo 15 anni, la Thurman è finalmente riuscita ad avere da Tarantino la scena girata ed oggi la possiamo guardare per intero: 

 

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Le circostanze di questo evento sono negligenti al punto da essere criminali, ma non penso ci fossero state delle malevoli intenzioni. Quentin Tarantino era profondamente dispiaciuto per questo evento, e mi ha dato questo footage anni fa cosicché io potessi esporlo e mostrarlo alla luce del giorno, nonostante si tratti di un accaduto per cui non sarà mai possibile avere giustizia. Lui l’ha anche fatto con la consapevolezza che potesse arrecargli danni, e io sono fiera di lui per aver fatto la cosa giusta e per il suo coraggio. L’insabbiamento dopo l’accaduto è IMPERDONABILE. Di questo, ritengo [i produttori] Lawrence Bender, E. Bennett Walsh, e il famigerato Harvey Weinstein gli unici responsabili. Hanno mentito, distrutto prove, e continuano a mentire riguardo il dolore permanente che hanno causato e scelto di nascondere. Insabbiare la cosa è una cosa malevola, questi tre si dovrebbero vergognare in eternità! La CAA [società americana che si occupa di assistenza in caso di emergenze automobilistiche, ndr.] non ha mai mandato qualcuno in Messico. Spero che si occupino degli altri clienti con più rispetto se di fatto vogliono fare decentemente il lavoro per cui vengono pagati».