Il film

Uscito nel 1983 e diretto da Pasquale Festa Campanile, il film vede protagonisti insieme Renato Pozzetto ed Ornella Muti. La sceneggiatura è stata scritta dallo stesso Pozzetto. Il film è stato realizzato fra Milano e Roma. Della prima città si vedono largo Cairoli, la stazione Centrale, la pinacoteca di Brera e la Darsena; della capitale si riconoscono l’Istituto San Michele in piazzale Tosti e il mercato rionale del quartiere Marconi in via Damiano Macaluso. Alcune scene furono girate a Gratosoglio(Milano) e a Gaggiano, a sud-ovest di Milano; la scena finale sulla casa galleggiante è stata girata a Gaggiano. Per la residenza dell’ingegner Ronconi venne scelta Villa Parisi a Frascati. Il regista Pasquale Festa Campanile, in virtù della riuscita del film e del sodalizio lavorativo con Pozzetto (questa è stata la loro quarta e ultima pellicola insieme, dopo Nessuno è perfetto, Culo e camicia e Porca vacca), avrebbe voluto dirigere in seguito Il ragazzo di campagna, altro film con protagonista Pozzetto; ma la regia, al pari di soggetto e sceneggiatura, furono di Castellano e Pipolo.

Trama

L’ingegnere Eugenio Ronconi vive a Milano una vita agiata in una grande villa ed è sposato con Romina, ma è ossessionato dal perdere tutte le ricchezze e diventare povero. Su consiglio del proprio psicanalista, decide dunque di diventare povero per circa un mese: dice al vicepresidente della sua azienda, l’avvocato Marini, che partirà per il Medio Oriente; in realtà si procura documenti falsi, si fa chiamare Eugenio Ragona, si taglia la barba e si fa assumere nella sua ditta, la S.O.F.R.A.M, come fattorino, per poter così vivere in prima persona quest’esperienza.

Nell’appartamento che la ditta gli riserva conosce Marta, la vicina di pianerottolo, che, pur non conoscendolo, gli diventa subito amica, mentre Eugenio se ne innamora. Eugenio viene assunto come addetto alle pulizie. Nonostante il suo lavoro umile, consiglia a un suo superiore di non mettersi in affari con una ditta giapponese, perché questa rischia il fallimento; le sue previsioni si avverano e ad Eugenio è promesso un incontro con il presidente della ditta (lo stesso ingegner Ronconi), per una possibile promozione a ruolo più consono alle sue capacità. Per evitare di farsi scoprire Eugenio si fa licenziare. In questo modo però perde anche l’appartamento della ditta, ed è costretto a vivere in mezzo alla strada…

Pozzetto

Un paio d’anni fa Renato Pozzetto in un’intervista sulla RAI a “Da noi… a ruota libera” ha parlato della nascita dei suoi tormentoni, estrapolati con naturalezza dal modo di fare comune. Non a caso questo film, come tanti altri con lui, hanno avuto tanto successo: riuscivano a fare una fotografia realistica della società di quel momento.

Dice Renato:

Ho traslato nei film il mio modo di affrontare la vita e mi è piaciuto nel corso della mia esistenza incontrare gli uomini, la gente. Anche i più semplici. I miei modi di dire venivano dalla strada. Quando dicevo ‘eh la Madonna!’ era un linguaggio tipico del muratore che si dà una martellata che tutti noi possiamo incontrare. L’origine di ‘Taaac’? L’ho imparato da un ragazzo che frequentava il Derby e lo usava mentre raccontava cose stupide, era simpatico. Si chiamava Mario Valera. Lo diceva per sottolineare le cose che gli piaceva fare. L’ho copiato e l’ho portato anche nel mio linguaggio, in famiglia. Fino ad arrivare poi sul grande schermo”.

Ha poi parlato degli inizi difficili, in coppia con l’amico di sempre Cochi:

“Io e Cochi ci siamo incontrati per la prima volta a Gemonio, mentre fuggivamo dai bombardamenti che avevano colpito sia casa sua che casa mia. Siamo scappati lì. Io avevo due anni, lui qualche mese di meno. La mia comicità insomma, è nata tra le bombe. Io sono rimasto là fino a guerra finita, lui forse se n’è andato prima, ma trascorrevamo in quel luogo le nostre vacanze e ci rincontravamo. La nostra è stata più che un’amicizia”.