Il film
Un sacco bello segnò l’esordio di Carlo Verdone nei panni di regista, sceneggiatore e attore. Fino ad allora, Carlo era apparso solo in La luna, di Bernardo Bertolucci, ma si era fatto notare tantissimo sul piccolo schermo grazie al varietà Non stop. Fu lì che Sergio Leone rimase innamorato della sua comicità, a tal punto da chiamarlo e farlo debuttare con un film. Nasce così Un sacco bello, scritto da Carlo insieme a Leonardo Benvenuti e Piero De Bernardi, con i quali riuscì a dar vita a tre episodi indimenticabili, con dei personaggi rimasti impressi nella cultura popolare: dal coatto Enzo, al goffo Leo, all’hippie Ruggero, senza dimenticare i comprimari, dal padre Mario (Brega), a Fiorenza e la bella Marisol.
La trama
In una Roma semi deserta, sotto al sole cocente di agosto, si svolgono le vicende dei tre personaggi principali. Enzo è un giovanotto spavaldo che ama raccontare le sue incredibili avventure con le donne. Intenzionato ad arrivare con la sua fiammante automobile sportiva fino a Cracovia, è in cerca di un compagno di viaggio. Dopo una lunga ricerca, riesce a convincere l’amico Sergio (Renato Scarpa), che però ha un malore appena usciti dalla capitale. Così Enzo deve trovare al più presto un rimpiazzo.
L’impacciato Leo vive a Trastevere con la madre, che lo aspetta al mare per passare Ferragosto assieme. Il ragazzo viene però bloccato da Marisol (Veronica Miriel), una bella turista spagnola che gli chiede aiuto. Timido e ingenuo, Leo si trova costretto ad ospitare in casa l’esuberante straniera. Ma proprio quando tra i due sembra nascere del tenero, ecco che arriva il fidanzato di lei…
Dopo una lunga permanenza in una comunità di hippie, Ruggero e la sua ragazza Fiorenza (Isabella De Bernardi) arrivano a Roma. Lì il ragazzo rincontra il padre (Mario Brega), che li invita a casa. L’uomo spera di convincere il figlio a ritornare sulla retta via, contando sull’aiuto di padre Alfio e del professor Anselmo.
Il ricordo di Verdone
Racconta così della produzione del film nel suo libro “Tuttoverdone” (a cura di Antonello Panero) Verdone stesso:
“Ricordo che stavo per non farlo. Avevo avuto un attacco di emorroidi terribile, da operazione immediata. Erano passati 20 giorni e il direttore della fotografia, Ennio Guarnieri, mi dice: “io faccio passare ancora una settimana e poi ti devo lasciare”. Ma fortunatamente la cosa si è risolta da sola. Leone mi disse: “A me me sa che st’emorroidi ce porteranno bene”. Effettivamente è andata bene, ma fu un martirio. Tutti i film che hanno avuto più successo nella mia carriera sono stati segnati da un infortunio che io mi sono portato appresso per tutto il film. Tutti. E un sacco un sacco bello è stato il primo.”
Commenti recenti