Tra gli attori del film natalizio “Una Promessa è una Promessa” del 1996 troviamo come protagonista Arnold Schwarzenegger, ed insieme a lui anche Phil Hartman nei panni del viscido vicino di casa.
Il grande Phil Hartman era una vera e propria star televisiva negli Stati Uniti. Volto noto al Saturday Night Live, Hartman era noto principalmente per le sue riuscitissime imitazioni, tra cui spiccava quella dell’ex presidente Bill Clinton. Una star comica degli anni 80′ e 90′. Da ricordare anche il suo ruolo nei Simpson nei panni di Troy Mcclure.
Il povero Phil purtroppo però fu vittima di una tragica sorte.
Si sposò tre volte: prima nel 1970 con Gretchen Lewis, ma il matrimonio durò solo due anni; poi nel 1982 con Lisa Strain da cui ha divorziato nel 1985, dopo 2 anni e mezzo di matrimonio; infine nel 1987 con Vicki Jo Omdahl, detta Brynn, dalla quale ha avuto due figli: Sean Edward (1989) e Birgen (1992). Il matrimonio con la Omdahl però fu travagliato a causa della dipendenza di quest’ultima dell’alcool e della droga, che la obbligò a entrare più volte in riabilitazione.
La moglie aveva una patologica invidia nei confronti del successo del marito: mentre l’attore dormiva, la moglie, sotto l’ effetto di alcol, cocaina e farmaci, gli sparò ben tre volte in testa causandone la morte immediata.
Brynn è andata a casa del suo amico Ron Douglas e ha confessato l’omicidio, ma inizialmente non le credeva. La coppia è tornata nella casa ma in auto separate. Dopo aver visto il corpo di Hartman, Douglas ha chiamato il 9-1-1 alle 6:20 del mattino. La polizia è arrivata e ha scortato Douglas e i due figli degli Hartman fuori dai locali, quando Brynn si era chiusa a chiave in camera da letto. Poco dopo si è suicidata sparandosi.
Secondo le ricostruzioni, la sera prima Brynn aveva aggredito la bambina mentre era sotto effetto di droghe e alcol. La violenza perpetrata sulla figlia spinse Hartman a minacciare la moglie: se non avesse smesso di drogarsi e di far del male ai propri figli l’avrebbe lasciata. È lì che Phil andò a dormire senza svegliarsi più.
Dan Snierson di Entertainment Weekly disse che era “l’ultimo nome che ti saresti aspettato di trovare sui titoli di cronaca nera del tuo quotidiano preferito” ed “un tipo normalissimo, benvoluto da tutti quelli che avevano avuto modo di lavorare con lui”.
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