«Io non ho mai provato Urrà!» Come non ricordare il mitico spot di fine anni ’80 dei biscotti Urrà Saiwa. Ciuffo a banana, occhialoni, giacca a quadri e aria da sfigato. Lui, il ragazzo che non aveva mai provato Urrà (in seguito battezzato Mister Banana), è Fabio Bussotti, oggi attore, autore teatrale, scrittore di romanzi, sceneggiatore e traduttore, ma da anni lontano dalla TV.
Il provino degli Urrà Saiwa
In una vecchia intervista rilasciata a Libero, Fabio Bussotti ha raccontato come si svolse quel mitico spot:
[…] Mi chiamano quelli dell’agenzia, dicono che c’è da fare un provino per la pubblicità. Torno a casa per una doccia, ma sbaglio qualcosa: lo shampoo è strano e i capelli mi diventano vaporosi. Troppo, sembrano Blob».
«Arrivo per il provino e tutti si mettono a ridere, mi fanno dire un paio di cose ed è fatta. Appuntamento alla settimana successiva».
Quanti giorni sono necessari per preparare la pubblicità Urrà?
«Un pomeriggio! Quattrocento ciak per registrare quattro spot tutti differenti, due brevi da 15 secondi e due da 30 secondi».
Parliamo del look. I capelli sono i suoi. Gli occhiali?
«No, me li prestano. Però sono veri e il risultato è che non vedo praticamente nulla. La telecamera, poi, per fare un primo piano buffo, mi riprende a un centimetro dal viso ed è una sofferenza».
Ma funziona.
«È uno spot pensato bene, innovativo e organizzato da grandi professionisti. La settimana successiva mi chiama la Saiwa: «Bussotti, siamo preoccupati perché sono state triplicate le vendite e non ci sono abbastanza prodotti da distribuire!».
Lei ha guadagnato molto?
«Quattro milioni netti, tantissimo per quel periodo».
E grande notorietà.
«La gente, in quel periodo, mi guarda in modo strano. Si aspetta di trovarsi di fronte uno sfigato, crede che io sia proprio così. E quando capiscono che in realtà ho solo recitato una parte, quasi quasi ci restano male…
Fabio Bussotti oggi
Fabio Bussotti ha oggi 59 anni e alle spalle una lunghissima carriera. Attore di teatro e di cinema, si è diplomato presso la Bottega Teatrale di Firenze nel 1984. Ha lavorato in teatro con registi quali Adolfo Celi, Alvaro Piccardi, Ermanno Olmi e molti altri. In cinema, tra gli altri, con Liliana Cavani, Federico Fellini, Luigi Faccini, Maurizio Zaccaro, Mario Monicelli. Ha vinto nel 1989 il Nastro d’argento come migliore attore non protagonista per il film Francesco di Liliana Cavani. Allievo di Vittorio Gassman, è stato impegnato in teatro al fianco di Alessandro Gassmann in La Parola ai Giurati e in tv tra i protagonisti della fiction Dottor Clown diretta da Maurizio Nichetti. È anche sceneggiatore. Nel 2012 ha ricoperto il ruolo del Marchese di Forlipopoli ne La locandiera di Carlo Goldoni, regia di Giuseppe Marini, con Nancy Brilli.
Nel 2008 ha pubblicato il suo primo libro, L’invidia di Velázquez, romanzo giallo che ha per protagonista il commissario Flavio Bertone. Successivi sono Il cameriere di Borges (2012, ripubblicato nel 2017 da Mincione Edizioni), Le lacrime di Borromini (2015), Al cuore di Beckett (2016) e San Francesco a Central Park (2017), appartenenti alla serie delle indagini del commissario Bertone.
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