Il cantante Vasco Rossi, risponde ad una lettera di Cesare Cremonini, il quale è stato nominato direttore di Vanity Fair per un numero dedicato alla sopravvivenza. Vasco, definendosi un “Super-Vissuto”, parla di tutte le difficoltà affrontate e superate nel corso della sua vita:
“Sono sopravvissuto alla droga e agli eccessi di quegli anni. Ne ho combinate di cazzate, Ma le ho anche pagate tutte. Gli anni ’80, quelli più stupidi del secolo ma anche i più belli e divertenti e, per me, gli anni irriverenti di Colpa d’Alfredo, di Ogni volta, Vita spericolata e di Bollicine. I favolosi e più fantastici anni dopo gli anni ’70… Sono sopravvissuto facendo del rock. Per sopravvivenza ho scritto Vado al massimo, C’è chi dice no, Siamo solo noi, canzoni divenute inni generazionali. La musica è sempre stata tutto per me, vivere e… Sopravvivere”.
E sugli anni ’90, aggiunge:
“Poi, sono sopravvissuto agli anni ’90, quando all’apice di una carriera ho voluto fare una famiglia, avere un figlio. La scelta più trasgressiva che avrebbe potuto fare una rockstar e per di più affermata: costruire una famiglia, uscire dallo Stupido Hotel. Sono riuscito a tenere in piedi quella famiglia! Grazie naturalmente alla Laura che ne è stata l’artefice e una compagna straordinaria. Abbiamo amato il ‘progetto famiglia’, qualcosa di solido che si costruisce insieme, che va oltre alla passione e si trasforma via via in affetto, amore”.
La rockstar poi continua, ricordando i periodi in cui è stato in coma:
“E sono anche sopravvissuto a tre malattie mortali, nel 2011, quando sono andato in coma per tre o quattro volte. Preso per un pelo, eh, sono sopravvissuto anche a questo. Sempre alla ricerca di un senso, sempre un po’ scomodo e pieno di domande alle quali devo ancora trovare risposte, tra ‘vivere o niente’ le mie scelte le ho fatte e sono riuscito ad arrivare fino a qui, fino al 2020, quando è scoppiata questa catastrofe mondiale che si chiama Covid”.
E sulla pandemia, aggiunge:
“Io penso che sopravvivrò anche a questo… O forse, sai cosa c’è? C’è che morirò di noia per il lockdown…”.
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