Venerdì 13, film del 1980 che diede il via alla fortunata saga slasher di Jason Voorhees, è stato uno dei primi ruoli nella carriera di Kevin Bacon. L’attore interpretava Jack, una delle vittime uccise in modo sanguinolento dal celebre serial killer (un po’ come fu per Johnny Depp in Nightmare possiamo dire). Nonostante Bacon sia grato al film per avergli permesso di avviare la sua carriera nel mondo della recitazione, c’è una cosa che non lo smette di tormentare.
L’attore ne ha parlato in una nuova intervista, nella quale ha ammesso di essere turbato dalla quantità di volte in cui ha dovuto firmare quella foto in particolare di lui con il sangue colante e una freccia conficcata nel collo:
“Sono sempre inorridito quando arriva il momento degli autografi e c’è una foto che mi viene di chiesto di firmare. Io, con il sangue che mi esce dalla bocca e una freccia conficcata nel collo. Cioè, sono un tipo tranquillo, ma dopo un po’ la cosa ti prende. Al che, pensi: “Davvero devo firmare un’altra foto di me da morto?”
Bacon ha poi raccontato come si è girata la scena della sua morte:
“Tutto ciò che ricordo del film è che faccio sesso con una ragazza e poi mi fumo una canna che, nel linguaggio dell’horror, significa che sei morto. Sono lì sdraiato e una mano esce fuori da sotto il letto e mi spinge la testa in basso. Poi esce fuori una freccia che mi attraversa il collo e sbuca dalla fronte. Hanno costruito un collo e un petto finto, mentre la faccia era la mia. Ero in ginocchio sotto il letto con la mia testa piegata all’indietro sul collo e petto finto. Sono andato sotto il letto, poi ho tirato su la testa e mi hanno applicato il trucco. Ci è voluto un sacco di tempo e in quella posizione è stata una specie di tortura”.
Inoltre mi dissero: ‘Sappi che abbiamo solo uno di quei colli’. Non poteva esserci quindi un secondo take, doveva essere buona la prima. C’era una persona degli effetti speciali sotto il letto con me che doveva spruzzare il sangue una volta che la freccia mi trafiggeva. Non sapevo come recitare trafitto da una freccia, ho fatto ciò che potevo. Si ruppe il tubo che doveva pompare il sangue, quindi la persona degli effetti credo l’abbia afferrato e abbia spinto con la bocca, dato che avevamo solo un take. Ecco perché il sangue segue una traiettoria strana.
Comunque, morale della favole è che se vi capitaste di incontrare Kevin Bacon e di volergli chiedere un autografo, non mettetegli davanti la sua foto in Venerdì 13. Buttatevi su Footloose o Tremors, piuttosto.
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