Alla presentazione del film “Vera”, il docufilm già passato in anteprima nella sezione Orizzonti della Mostra del cinema di Venezia (ha vinto per la regia e la miglior attrice), Vera Gemma racconta a “Repubblica” di come nella sua famiglia l’estetica fosse molto importante:
“Per i miei era un’ossessione, era proibito ingrassare, meglio allora diventare dipendenti dell’eroina. Finalmente mi sento liberata da me stessa. Dalle mie ossessioni, la bellezza, la magrezza, il confronto con un padre fascinosissimo e inarrivabile”.
La difficoltà soprattutto di confrontarsi con il padre Giuliano Gemma:
“Ho sempre avuto problemi ad accettarmi, ma sempre con assoluta verità, il confronto con la bellezza di mio padre mi faceva soffrire. In fondo in questo film ‘recito’ la parte di me stessa. Sono io con le mie fragilità, le mie debolezze, la mia forza, con quel senso di inadeguatezza che ha sempre contraddistinto la mia vita. La bellezza di mio padre mi faceva stare male. Me lo rinfacciavano sempre ai provini, mi dicevano ‘ma non assomigli proprio a tuo padre!’. Non mi sono mai sentita all’altezza. La bellezza ha sempre condizionato la mia vita, mia madre voleva me e mia sorella perfette, atletiche, magre, non dovevamo ingrassare, ci fece perfino rifare il naso. Forse mi avrebbero dovuto incoraggiare a essere più me stessa”.
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