Vincenzo Mollica, di recente premiato da Mogol con il Microfono d’oro alla carriera e che proprio ieri ha ricevuto il Romics d’oro, è stato ospite di “Facciamo finta che”, il programma di Maurizio Costanzo e Carlotta Quadri in onda su R101.
Queste le parole di Maurizio Costanzo:
“Per chi fa il mio mestiere televisivo, l’intervista con Mollica era il segno di essere arrivati, del successo e quindi io ho sempre considerato Vincenzo un grande portafortuna. L’intervista con te per molti artisti ha significato svoltare, ne devi essere consapevole. Vincenzo è unico e irripetibile nella storia dell’intervista da tg, unico e irripetibile”.
Alla domanda di Costanzo: “Dato che compirai 70 anni, da grande che vuoi fare?”, Mollica ha risposto: “Continuare a fare quello che faccio. Anche perché da piccolo mi piacevano la canzone, il fumetto, il cinema, la letteratura, la pittura, la narrativa che ho avuto la fortuna di continuare a raccontare da grande, e quindi diciamo che fino a quando vado avanti quello voglio fare”.
Alla domanda di Carlotta Quadri: “C’è qualcuno che vorrebbe intervistare oggi che magari non ha avuto modo di intervistare?”, Mollica ha risposto: “Ci sono due persone che avrei voluto intervistare, ma che non sono riuscito a fare: una è Bob Dylan e l’altra è Mina, però ho avuto l’occasione di incontrarli tutti e due e questo per me è stato sufficiente perché sono sempre stato un loro grande fan. Di quelli che non ci sono più poi mi sarebbe piaciuto intervistare Charlot. Non Charlie Chaplin, proprio Charlot”.
Carlotta Quadri: “Non dico che Mina ascolti questo programma, però magari può arrivare un messaggio visto che tutti e due la conoscete, magari il messaggio arriva a Lugano che Vincenzo Mollica vorrebbe intervistarla”.
Mollica: “A Mina non si chiede mai nulla, si accosta sempre, per quanto mi riguarda, con devozione”.
Costanzo: “Vincenzo Mollica è un grande giornalista insolito perché non si è mai montato la testa, una rarità assoluta. Io so che tu vivi un problema di vista e io che ti voglio bene voglio dirti che non ti perdi niente”.
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