Secondo Vittorio Sgarbi questo Sanremo «è stato un fallimento culturale totale» e i vertici Rai «devono andare a casa». Il sottosegretario alla Cultura, intervistato da La Stampa, ha bocciato il Festival appena concluso: «Non puoi lasciare la più grande azienda culturale italiana in mano a Presta, Coletta, Amadeus e due capre come Fedez e Ferragni, che non sanno parlare». Ora, dice, «serve una svolta di carattere».
Come giudica questo Sanremo?
«Miserabile, insensato, insignificante, infantile. Niente musica né canzoni, non resta in mente nulla».
Eppure gli ascolti…
«Basta con dirigenti che misurano soltanto in termini consumistici, di ascolti. Come se il capolavoro di un grande scrittore fosse tale solo per le copie vendute. Manca un amministratore, un presidente, un direttore di rete».
Vanno cambiati i vertici Rai?
«Devono andare a casa perché è stato un fallimento totale. Serve una svolta culturale. I vertici hanno mancato alla funzione di controllo: non è censura per impedire quello che è accaduto, ma per impedire che il livello sia così basso».
La destra è furibonda per la foto di Bignami?
«Un attacco infantile, andrebbe impedito sul piano deontologico dalla Rai. Perché consentire che un uomo di governo sia irriso da Fedez? Un livello di politica troppo basso».
Sicuro non sia censura?
«Macché, non puoi avere un editore che non vigila su quanto accade, non in senso censorio ma qualitativo. Di questo Festival non ti ricordi un gesto, una strofa, una canzone, solo i vestiti. Non si può scambiare la cultura con Benigni, Fedez e Ferragni. Serve una direzione di carattere. Dov’è oggi un Angelo Guglielmi?».
Perché Benigni non piace alla destra?
«Vuoi fare cinque minuti di Costituzione? Fallo davvero, con Cassese, non una caricatura».
Chi vedrebbe ai vertici Rai?
«Per la direzione del festival Morgan, un ponte fra musica classica e contemporanea: meglio un vero stravagante come lui che uno finto come Fedez. Per la presidenza Paolo Mieli, un uomo che abbia equidistanza. Al posto di Fuortes bisogna puntare in alto: Corrado Augias, Geminello Alvi, Roberto Andò, Emma Dante, Toni Servillo, Giorgio Montefoschi…».
Dia i voti. Amadeus?
«Sette e mezzo, sobrio ed elegante. Un buon presentatore, quello che non è Ferragni. Potrebbe fare coppia con Morgan. Morgan fa il ricercatore musicale e lui che non conosce una nota fa il presentatore».
Chiara Ferragni?
«Due. Analfabetismo funzionale. Una inetta. Una capra, goffa. Leggeva dei foglietti in una lingua improbabile che non è l’italiano. Mai visto niente di simile. Sarebbe stata meglio Elly Schlein».
Fedez?
«Buono come spalla. Il bacio non si può giudicare negativamente: è il modo in cui Rosa Chemical è esistita. Fra il 5 e il 6. È pessimo ma non è un incapace totale, come la moglie».
Una canzone da salvare?
«Ornella Vanoni e Gino Paoli, due mostri sacri, da dieci. E Al Bano: otto, un presidente della Repubblica di destra».
Nulla di più contemporaneo?
«Vanoni e Paoli sono stati i punti più alti, canzoni che hanno ancora un senso, un mondo che non c’è più. Mostri sacri, non mostriciattoli».
Nemmeno il vincitore?
«Mengoni è una scoperta di Morgan a X Factor 2009. Vede che faccio bene a puntare su Morgan?».
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