Ospite del programma di Rai Due, “I Fatti Vostri”, Vittorio Sgarbi ha raccontato alcuni aspetti inediti della sua infanzia:
“Fino a due anni risulta che io abbia taciuto e mia mamma pensava che fossi un cretino. Ad un certo punto verso due anni mi sono svegliato e ho detto di portarmi a vedere il teatro comunale in maniera perfetta. Non mi è mai piaciuto il calcio, era lo sport prediletto del collegio dove ti impedivano le attività autoerotiche quindi era considerata un’attività perversa, quindi ho fatto scherma, poi pallacanestro e sci d’acqua, che ho fatto fino al 1987”.
Vittorio Sgarbi da piccolo rimase incastrato con la testa in un castello:
“Infilo la testa dentro due sbarre, mia mamma era con me, la testa è entrata ma non usciva. Mia mamma ha chiamato un amico, è arrivato, mi ha raddrizzato e mi ha tirato fuori: come sono entrato, sono uscito. Sarà stato lì un quarto d’ora”.
Per quanto riguarda il suo recente paragonare Caravaggio a Maradona, ha specificato:
“Era una mostra fatta a Napoli in cui indicavo la trasgressione come la condizione naturale di un’artista per far vedere la sua opera. Non trovo nulla di strano nelle vicende riguardanti Maradona, uno deve giudicare l’opera: anche Caravaggio ha vissuto cose sbagliate. Un’opera come quella che faceva lui ti assolve”.
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