Dopo 9 anni scontati in carcere con l’accusa di aver truffato un pubblico ammaliato dalle loro strategie di televendita della fortuna, Wanna Marchi e Stefania Nobile non si pentono affatto. Sono entusiaste all’idea che, con la serie Netflix “Wanna”, il mondo potrà conoscere gioie e dolori della loro esistenza, arrivata all’apice per poi crollare miseramente, con una sola regola: nel loro vocabolario la parola insuccesso non è contemplata. “Questa serie dà la possibilità al mondo di conoscere una parte della nostra storia”, racconta al Corriere di Bologna Stefania Nobile. “Se potessimo tornare indietro? Non ci pentiamo di nulla. I cog***ni vanno incu***i”. Le mezze misure per la Marchi non esistono.
“Lo facevano già tutti. Per una volta nella vita, ho copiato un’idea di altri. Ho preso spunto dallo Stato … Se non fa un passo indietro lo Stato, non vedo perché Wanna Marchi dovesse pentirsi. E poi, e si trattava davvero di persone senza soldi, che si sono indebitate, come hanno raccontato in tribunale, come mai all’epoca riuscirono a pagare 300 milioni di lire ad un mago? – prosegue la figlia”
Andando avanti con l’intervista le due parlano della serie vera e propria e del coinvolgimento del mago do Nascimento che le affiancava nelle truffe televisive.
“Abbiamo apprezzato molto ciò che ha detto il maestro Do Nascimento nell’intervista. Molto presto vorremmo andarlo a trovare in Brasile. Non l’abbiamo mai più visto né sentito dal 2001. Adesso cercheremo di metterci in contatto con lui. Lo abbiamo sempre considerato un nostro amico. Abbiamo guardato le quattro puntate. È un bel lavoro, di ricerca e di montaggio. Ma molte verità, importanti per capire la nostra storia, sono state omesse. Forse gli autori hanno intenzione di fare una seconda serie. Ma comunque uscirà presto anche un nostro libro, con tanti altri dettagli che nella serie non sono stati messi.”
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