In un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”, Willem Dafoe, nominato direttore artistico del settore Teatro della Biennale di Venezia, spiega le ragioni che lo hanno spinto a restare in Italia:
“Sono arrivato per la prima volta in Italia nel 1980, da turista, anni dopo Mario Martone e Tomas Arana portarono a Milano il gruppo teatrale con cui lavoravo al tempo, il Wooster Group. Ma la cosa più importante è che nel 2003 stavo girando a Roma, ed è lì che è iniziata la mia storia d’amore con l’Italia. A Roma ho incontrato mia moglie. E ho cominciato a viverci. All’inizio ci stavo poco. Ma ora, anche se viaggio molto per lavoro, passo più tempo a Roma che a New York”.
L’attore racconta, inoltre della sua amicizia con Franco Battiato:
“Me lo ha presentato mia moglie, eravamo legati, mi era molto caro. Era una persona particolarmente gentile e generosa, e mi sosteneva: ogni volta che avevo uno spettacolo teatrale, veniva alla prima. Veniva e ripartiva. Ho imparato l’italiano con le sue canzoni”.
Per quanto riguarda la politica italiana ha affermato:
“Leggo i giornali italiani, ma salto le prime otto pagine, perché la vostra politica è complicata per un americano, abituato a un sistema fondato su due partiti, l’idea delle coalizioni, delle maggioranze, dei governi che cadono facilmente, è difficile da comprendere”.
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