Lo storico volto della World Wrestling Federation poi divenuta World Wrestling Entertainment, ha deciso di lasciare il proprio ruolo. Un post su Twitter da parte di Vince McMahon lascia pochi spazi ai dubbi: ha deciso di andare in pensione e lasciare la WWE a 77 anni.
“A 77 anni è il momento di lasciare. Grazie WWE. Allora, adesso, per sempre insieme” ha detto l’imprenditore col suo cinguettio social. Il suo primo approccio col mondo del wrestling avviene giovanissimo. Vince ha appena 12 anni quando conosce il padre, già fondatore della Capitol Wrestling Corporation divenuta poco più avanti (nel 1968) World Wide Wrestling Federation. Interessato a fare il wrestler, venne convinto dal padre a non intraprendere la carriera da atleta ma nel proseguire con la sua attività di promotore. Il padre doveva essere uno con lo sguardo lungo data la carriera di Vince.
Tra la fine degli anni ’70 e i primissimi anni ’80, la federazione cambia ancora nome in World Wrestling Federation (che manterrà fino al 2002 dopo aver perso una causa con la World Wildlife Foundation). Successivamente, Vince e la moglie, Linda, ottengono il controllo completo dell’impero sportivo che, nel frattempo, si era espanso.
La gestione McMahon, infatti, permise all’attuale WWE di raccogliere sotto di sé quelle che, fino a poco prima, erano piccole federazioni che operavano solo su base regionale o al più nazionale. Non solo sport, soprattutto spettacolo. Innanzitutto, ancora negli anni ’80, con l’azienda Titan, mise le mani anche su un giro di eventi come concerti dei Rush e Van Halen.
Ma, soprattutto, il Wrestling divenne il vero spettacolo. La storia risale al 1984 (precisamente il 14 luglio) ed è nota come “Black Saturday”. Quella sera l’allora WWF ottenne un traguardo importante, scalzare la Georgia Championship Wrestling dal suo solito spazio televisivo su Superstation WTBS. Da quel momento in poi, il Wrestling della WWF non era più solo sport da vedere sul ring, dagli spalti dei palazzetti o del Madison Square Garden. Il wrestling divenne un mondo fatto di eroi, villain, di faide, di storie di rivalsa e di redenzione. Storie trasmesse con cadenza regolare sullo schermo della tv del salotto. Insomma, sebbene il cambio nome in WWE sarebbe arrivato solo 18 anni più tardi, l’Entertainment c’era già tutto.
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